C’è un evidente problema di democrazia nell’iperleguleia Italia così come nella terra reggiana dei diritti superiori, a volte perfino troppo. C’è se quelli del Comitato Acqua bene comune non possono né sventolare quattro bandiere alla notte blu irenica, coi cittadini sul fungo a rimirar le stelle, né poco dopo presidiare sotto il municipio in attesa del consiglio comunale. Sloggiati senza tante cortesie dalla polizia municipale, quindi guardati a vista durante i lavori di sala Tricolore. C’è eccome se in più sempre quelli del Comitato non portano all’attenzione dell’opinione pubblica motivazioni astruse del loro condominio. Bensì le ragioni di un referendum il cui esito è stato approvato da circa il 70% di chi si è recato alle urne.
Ciò detto, tra gli slogan menati e rimenati al megafono o in viva voce dai protestatari di queste giornate torride da un punto di vista idrico, c’è stato anche quello di una presunta “macchina del fango” mediatica che avrebbe agito di comune accordo pregiudiziale per affossare loro e le loro ragioni. Ripetuto come un mantra, lo slogan rischia di passare come legittimo agli occhi e soprattutto alle orecchie di qualche reggiano.
7per24 è stata tirata un po’ per la giacchetta (che non abbiam divisa) così come altre testate, anche se, almeno nel nostro caso con estremo garbo. Essendo che proprio il nostro web magazine ha anticipato di circa un mese le notizie su come sarebbe andata a finire tutta la delicata partita, vi possiamo assicurare, e così rassicuriamo (magra consolazione) anche quelli del Comitato, che all’origine della spifferata di notizie non c’è complotto alcuno. Nei giorni in cui 7per24 scriveva anzi l’esatto contrario di quello che profondevano altri organi di informazione, la vulgata comune era proprio quella su un finale del tutto differente. In sostanza la ripubblicizzazione veniva data per certa, assodata e in pratica già conclusa.
Proprio per la stranezza di certi meccanismi assertivi, abbiamo cercato di andarci in fondo e raccogliere a nostra volta qualche informazione. Non siamo né per l’acqua pubblica, né per quella privata. Nè necessariamente con o contro la multiservizi. Dipende di volta in volta dall’interesse della città e dei suoi cittadini. D’altronde non è tanto difficile; provate a cercare da qualche parte sul nostro sito eventuali banner di Iren. Campeggiano, ben in vista, da altre parti.
L’abbiamo fatto dunque per amor di verità, sempre parziale e con la “v” minuscola. E per amore del mestiere, il più antico del mondo assieme ad un altro che ora lo scrivente non ricorda.