Più di quattro anni per vedere la fine di un processo amministrativo: è il tempo di attesa medio del Tribunale amministrativo di Bologna, che con questo dato si piazza al 22esimo posto tra i tribunali amministrativi d’Italia più lenti, in tutto 29. Più ingolfati del Tar di Bologna ci sono solo quelli di Venezia, Napoli, Reggio Calabria, Salerno, Ancona e Catanzaro, Catania (che segna il record dei tribunali lenti con un tempo di attesa media di 15 anni).
È lo stesso presidente del Tar di Bologna, Michele Perrelli, a lanciare l’allarme nella relazione pronunciata alla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario. E questi tempi da lumaca non miglioreranno di certo, vista la scarsità di personale, la mole di ricorsi pendenti al Tar di Bologna (più di 5.100 al 31 dicembre) e i 1.200 nuovi ricorsi già inoltrati nell’anno in corso.
“Cercheremo di premere l’acceleratore”, commenta Perrelli, che nella sua relazione si era rammaricato dei tempi lunghi dicendo che “una giustizia tardiva è in buona parte denegata”. Dal Tar, però, parte anche un appello agli amministratori, che trovano supporto nei giudici amministrativi ma non fanno molto per sostenerli. “Cercheremo l’aiuto degli organismi locali”, dice il presidente del Tar. Dagli enti locali il supporto può arrivare in diversi modi. “Ci possono aiutare coi tirocinanti, col personale, ma anche a cercare una sede demaniale – afferma Perrelli – noi qui siamo in affitto e dobbiamo andare via, dobbiamo trovare altra sede che sia dignitosa ma non dispendiosa”.
A proposito dei volumi di arretrato, Perrelli nella sua relazione afferma: “Quello che più preoccupa è che la scontata carenza di magistrati, almeno sino alla conclusione del concorso a 45 posti di referendario appena bandito, e la scarsità di forza lavoro renderà ancora più difficile l’aggressione dello zoccolo duro dei ricorsi pendenti, che assommano a 5.139 al 31 dicembre: ben oltre il quadruplo dei 1.200 ricorsi depositati nel corso dell’anno”.