Vasco Ascolini, Bruno Cattani, Giuseppe Maria Codazzi, Daniele De Lonti, Stanislao Farri, Giuliano Ferrari, Marcello Grassi, Hyun-Jin Kwak, Esko Männikkö, Roberto Margini, Primo Montanari, Sarah Moon, Davide Pizzigoni, Luciano Romano, Vittorino Rosati, Carlo Vannini. Sono gli autori, nazionali ed internazionali, selezionati per la mostra allestita ai Civici di Reggio Emilia: “Metti il fotografo al Museo 1996-2014”.
Il palazzo che conserva i reperti della storia reggiana è prezioso e raro per l’atmosfera antica e misteriosa, dovuta alla conservazione delle antiche teche e dell’intera collezione originaria. Al suo interno sono stati conservati l’impianto settecentesco di Lazzaro Spallanzani e quello ottocentesco ad opera di Gaetano Chierici. La possibilità di fotografare i reperti esposti fa si che sia per tutti possibile osservarli sotto diverse angolazioni, la mostra propone gli scatti che propongono ai visitatori le prospettive di alcuni autori. La raccolta in mostra fino al 30 aprile 2015 fa parte della collezione dei Musei iniziata a partire proprio dal 1996 con un’iniziativa svolta negli interni del palazzo raccogliendo le opere di undici fotografi reggiani, ed è stata alimentata in seguito dalle numerose iniziative di Fotografia Europea.
La selezione, oltre a porre l’attenzione sulla varietà di punti di vista con i quali lo spazio del museo è stato analizzato, chiama ad una riflessione sulla fotografia come strumento di narrazione degli spazi museali. La possibilità di immortalare opere è consentita nelle sedi espositive italiane dal decreto del 31 luglio 2014. Ci si chiede se questa occasione sarà effettivamente utile ad approfondire, attraverso le immagini, il rapporto tra visitatori e opere. Certamente, la fotografia aiuta a stimolare nell’osservatore un nuovo rapporto con gli oggetti esposti, a suggerirne nuove percezioni, a interrogarne i dettagli, i punti di luce ed ombra, stravolgendo a volte l’immagine che si avrebbe dello stesso oggetto se osservato frettolosamente.
I Civici si confermano in ogni caso come sede di grande interesse per il mondo della fotografia, sottolineano la propria potenza estetica e il richiamo verso la collezione naturale, storica, archeologica e artistica, qui custodita.
Anna Vittoria Zuliani