“Oggi Bologna. Perché l’università più antica del continente è simbolo da cui ripartire dopo tragedia. Le idee e i valori di tutta #Europa”. Così Matteo Renzi ha annunciato via twitter il suo programma per la giornata di oggi, dalla visita alla Granarolo all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Bologna.
Due tappe accolte da altrettante proteste: lo sciopero della Cgil alla Granarolo e la contestazione degli autonomi all’inaugurazione dell’anno accademico.
DA GRANAROLO
Alla Granarolo, dove il premier è arrivato verso le 10,20, i dipendenti hanno incrociato le braccia per due ore contro Renzi e il suo Jobs Act. Fuori dallo stabilimento un gruppetto di lavoratori protestava con lo striscione “80 euro, 0 diritti. Qua nessuno è fesso, neanche la Lola”. Ad attendere il premier, il nuovo presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e alcuni componenti della sua giunta arrivati a bordo di un pullman bianco, i ministri Gian Luca Galletti, Maurizio Martina e Giuliano Poletti e l’ex segretario Pd Pierluigi Bersani. “La cooperazione – ha detto Renzi – serve all’Italia se fa la cooperazione. E il governo sarà leale con voi. Non esiste una buona o cattiva cooperazione ma una cooperazione fatta con ideali di allora”.
CONTESTAZIONI
Ma la contestazione più forte è arrivata appena più tardi, in pieno centro, invece, con il corteo dei collettivi antagonisti durante l’inaugurazione dell’anno accademico con annesso discorso ufficiale del premier. Una manifestazione ad alta tensione ma senza scontri, che è sfociata in un lancio di uova contro le forze dell’ordine e con un’invasione simbolica dei manifestanti a Palazzo d’Accursio.
Una settantina gli attivisti, che hanno manifestato con le maschere di Salvini e Poletti. “Renzi e il suo governo vogliono una scuola-azienda e la privatizzazione del sapere, e noi non ci stiamo” hanno scandito al megafono. E’ stato infine appeso alle finestre che danno sulla piazza lo striscione che apriva il corteo contro il premier e il rettore di Bologna Ivano Dionigi: “Meritate una lezione magistrale. Stop mafia Pd”.
IN AULA MAGNA
La cerimonia in ateneo, nel frattempo, è cominciata alle undici e un quarto con le sfilate dei professori in tocco e toga, i direttori di scuole e dipartimenti. Nelle prime file parlamentari (Casini, Zampa, Vitali, Puglisi, lenzi), il cardinale Caffarra, il procuratore Giovannini, la vice presidente della Regione Gualmini, gli assessori comunali. Poi l’arrivo di Renzi, che ha tenuto il suo discorso. Rispetto ai fatti di Parigi “non è solo terrorismo – ha detto il premier – è un tentativo di mettere in discussione l’identità europea”. Con riferimento alla situazione italiana Renzi ha parlato quindi di “crisi educativa” e di “sfida della scuola”. Bisogna “semplificare e rendere più certo il riferimento normativo che riguarda il mondo accademico”. Da qui l’idea di una riforma: “Vi propongo un 2015 che sia costituente per le università italiane. In questo tempo abbiamo molto bisogno di maestri. Non significa solo avere qualcosa da offrire, ma avere un’esperienza da trasmettere. In un tempo in cui l’autorità dei padri è messa profondamente in discussione, noi abbiamo bisogno che i maestri tornino a fare i maestri. L’Italia ha molto bisogno del vostro sapere (dei docenti, ndr), ma soprattutto della vostra qualità”. E ai ragazzi che “oggi sono bombardati da un messaggio di negatività rispetto al futuro, che sentono dire che l’Italia è un Paese spacciato io vorrei dire che non è così. Non voglio farla facile, ma voglio dirvi che in questo Paese tutto è possibile”.
Il rettore Ivano Dionigi ha lanciato una proposta di riforma dell’università italiana: togliere le tasse dalle lauree di primo livello. Una riforma “certo onerosa”, ma con un’idea precisa quanto al sostegno economico: “Perché non destinare i mancati scatti stipendiali dei professori, bloccati da oltre un triennio, a questa causa?”
In una sala adiacente l’Aula magna di Santa Lucia, il premier ha poi incontrato il sindaco di San Lazzaro Isabella Conti, che ha denunciato di aver ricevuto minacce per aver deciso di fermare un maxi progetto urbanistico nella frazione di Idice.