Uomini soli – 3 Le correnti mi hanno proprio rotto le p***e

Ai tempi della prima elezione a segretario del PD reggiano di Andrea Costa mi fu chiesto di fare parte della Segreteria provinciale. Ringraziai e declinai. Mi fu in seguito chiesto di entrare nella Direzione provinciale. Ringraziai e accettai.
Al recente nuovo Congresso provinciale, che ha visto la rielezione di Costa, con vice Tagliavini, nemmeno con una mail o con un sms o con un watsapp mi si avvisava che la Direzione era stata rinominata e che il mio contributo non era più richiesto.
Questa breve storia, di cui mi scuso per lo scarso appeal, è però, astraendo dallo specifico, un esempio concreto di cosa è diventata la politica, di cosa è diventato il PD.
Sono stata interessante, chiamata a dare il mio “prezioso contributo”, giudicata utile dirigente di questo partito solo ed esclusivamente quando ho rappresentato una corrente a cui occorreva dare un contentino in termini di rappresentanza, bilancino alla mano.
Della persona, di quello che personalmente esprimo, dei miei valori e delle mie possibili competenze non poteva fregare di meno a nessuno! Federica=corrente da accontentare.
Idem con patate la mia “prestigiosa” candidatura a Consigliere comunale e Presidente della Commissione cultura; le motivazioni della proposta che mi è stata rivolta si fondano probabilmente e quasi esclusivamente sulle medesime premesse.
Sia chiaro, non pensavo sinceramente che fosse così. Rispetto profondamente quei ruoli e sulla base di un vero slancio personale e politico li ho accettati.
Ho raccontato questa storia un mesetto fa in una riunione di maggioranza con i miei colleghi consiglieri, Sindaco e Segretario cittadino, poi di nuovo nel mio Circolo PD Reggio 7.
Mi sono incazzata e ho detto che mi sono rotta delle correnti, dei renziani, degli orlandiani, dei dem, delle minoranze delle minoranze, perché, pur consapevole che politica significhi mediazione e costruzione di alleanze, la misura conta.
Una politica, un partito, dove gli accordi vengono sempre prima della sostanza non ha futuro. Ed eccoci qui dopo il 4 marzo.
Ma, chiedo, chi sono i partiti? Cosa è la politica?
Sono entità astratte, che non ci riguardano, da subire?
Sono monocrazie sulle quali, per farne parte, ci si può solo sdraiare lasciando a casa valori e cervello?
Sono processi che ci sono sfuggiti di mano a cui possiamo solo rassegnarci e accettarli a prescindere per quelli che sono?
Io non credo. La politica siamo noi.
Recuperiamo lucidità per favore. Fuori le palle, perché la gente le palle se le è rotte da tanto tempo.

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