Donne, vi spiego come difendervi

Al via mercoledì a Viadana il primo corso anti-aggressione vietato agli uomini, con l’insegnante Jessica Garavaldi

Una donna per le donne. Anche se lei, Jessica Garavaldi, 46 anni reggiana, è una donna speciale: corpo forgiato da decenni trascorsi ad allenarsi sul tatami, una personalità forte, di una solarità contagiosa. Ed è proprio la sua esperienza di 25 anni di arti marziali (dal Karate alla Kick Boxing, dal Sanda al Kung Fu cinese) che Jessica ha voluto condividere con altre donne, come lei, ma che, a differenza sua, non dispongono né della fisicità, né della preparazione mentale e tecnica per difendersi contro l’eccezionale esplosione di violenza nei confronti del gentil sesso che riempie le cronache quotidiane dell’ultimo periodo.

Tant’è che Jessica ha messo a punto un insieme di tecniche, prese qua e là dalle arti marziali che lei conosce, per realizzare il primo corso specifico anti-aggressione riservato alle donne. Una sorta di nuova disciplina, pensata e realizzata nell’ambito del progetto “Io non ho paura”, calibrata sulle specifiche fisiche e soprattutto psicologiche delle donne. Una disciplina che verrà illustrata e insegnata nel corso che prenderà il via mercoledì 11 ottobre nella palestra della scuola media di Viadana alle ore 19.

Jessica, come nasce l’idea di promuovere questo corso riservato alle donne?
Sono anni che tengo corsi di arti marziali, tuttavia l’esplosione di violenza contro le donne che le cronache registrano con insistenza nell’ultimo periodo, mi hanno indotta a una profonda riflessione dalla quale è partorita l’idea di mettere a punto delle tecniche anti-aggressione specifiche per le esigenze delle donne. La molla dalla quale è partita la mia riflessione è stata la lettura di un quotidiano nel quale erano illustrati dati agghiaccianti: nel 2016, in Emilia-Romagna, infatti, ci sono stati 11 femminicidi e 4 tentativi di femminicidio. Quasi il 50% in più rispetto ai sei episodi registrati nel 2015. E 870 sono state le chiamate arrivate dall’Emilia-Romagna al numero governativo contro la violenza di genere 1522, cioè il 4,98% del totale nazionale, secondo le statistiche 2016 del ‘Piano d’azione contro la violenza sessuale e di genere’, del dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Quindi un corso più pratico che teorico…
No. La parte psicologica è importante tanto quanto quella pratica. Nelle mie lezioni insegno alle donne a riconoscere le proprie paure e ad imparare a gestirle. La donna è molto differente dall’uomo: se l’uomo, in caso di aggressione, tende ad avere reazioni di difesa, la donna si blocca. Quindi il primo passo per essere in grado di sfuggire a un’aggresione è la prepazione mentale. In altre parole, insegno alla donne come fare a reagire anziché bloccarsi in caso di violenza.

Interessante, e come si fa?
Invece di bloccarsi occorre che la donna cerchi di gestire la propria paura. E come si fa a gestire la paura? Avendo consapevolezza dei propri mezzi, del proprio corpo e delle proprie capacità di difesa. E’ per questo che nei miei corsi vengo affiancata dalla psicologa Samantha Varotti, ed è per questo che i miei corsi sono off limits agli uomini.

Perché?
Perché le donne hanno un’emotività diversa rispetto a quella maschile. Il precludere l’accesso ai corsi agli uomini è dato dal fatto che voglio che le “mie ragazze” si sentano il più tranquille possibili durante le lezioni. Le voglio concentrate sul percorso fisico e psicologico che stanno facendo durante le lezioni.

Quali sono le arti marziali che insegna nei suoi corsi?
Tecniche prese dalle varie arti marziali che ho praticato, dal Karate al Jkd, al Kick Boxing, al Sanda (boxe cinese) sino al Winchu, una sorta di Kung Fu nato in Cina da una donna che veniva picchiata e stuprata dai soldati cinesi durante la guerra fra la Cina del Nord e quella del Sud. E’ grazie al Winchu che ho cominciato ad affrontare le mie paure di donna.

Ma si tratta di tecniche che necessitano di particolari doti fisico-atletiche?
No, il corso è strutturato su tecniche facili da apprendere e applicare per tutte le donne, non atlete non marzialiste, donne comuni, insomma.

Lei ha detto che il corso è piuttosto pratico…
Sì, ad una parte teorica segue sempre la pratica, il che avviene simulando aggressioni reali.

Che tipo di aggressioni simulate?
Un po’ tutte: dallo spintone alla tirata di capelli, dal pugno al tentativo presa al collo. Parto sempre da un fatto di cronaca reale e da lì simuliamo le varie situazioni: la rapina al parco, lo scippo per strada, il tentativo di stupro… provo a strozzarti, parto da articolo di giornale o cronaca, simulando le varie situazioni.

Il corso è strutturato su più livelli?
Sì, nel corso base si lavora molto sull’approccio mentale imparando a riconoscere la differenza fra energia e forza, cui segue anche l’insegnamento e l’applicazione di tecniche pratiche. Nei corsi più avanzati, acquisito l’approccio mentale, le tecniche diventano più specifiche e avanzate.

Quanto dura il corso?
Si tratta di 8 lezioni, una alla settimana di 1 ora, per una durata complesiva del corso di 2 mesi.

Come sono le donne alla fine del corso?
Le ragazze escono con una sicurezza diversa, una maggiore consapevolezza del loro corpo e sentendosi più sicure cambia anche il loro atteggiamento. Se prima camminano guardando in basso, dopo cammineranno a testa alta.

Ha avuto a che fare con donne vittime di violenza?
Ai miei corsi non mancano mai: le percepisco immediatamente perché si vede bene la paura nei loro occhi.

L’esperienza professionale più bella che ricorda?
Quando l’Unione ciechi e ipovedenti di Parma mi ha chiamato per insegnare a tre ragazze ipovedenti. E’ stata un’esperienza davvero bella.

Chi volesse partecipare ai suoi corsi?
Può chiedere informazioni chiamandomi direttamente al 348-2531134.

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