Giareda Non dobbiamo avere paura

Luca Vecchi in versione “campione del mondo”

Care cittadine e cittadini, autorità, carissimi padri Servi di Maria della Ghiara, un saluto e un grande grazie a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questa 38^ edizione della nostra Giareda: la Fabbriceria laica del tempio della Ghiara, gli operatori delle istituzioni, le associazioni di categoria del commercio, dell’artigianato, dell’agricoltura, i volontari delle tante associazioni i cui stand di promozione hanno trovato posto lungo il corso Garibaldi, gli ambulanti che con i loro banchi ricchi di merci, frutto del lavoro, accompagnano questa festa.
La Giareda è un nuovo inizio, una festa del ritrovarsi e guardare al futuro, in un clima domestico, rassicurante, semplice. Possiamo chiederci perché la Giareda è tanto attesa, ogni anno. Perché – credo – la Giareda è come l’approdo di un porto, da cui riprendere il largo. E’ una tradizione di cui abbiamo bisogno, fra tante incertezze, tante sfide innovative e pure necessarie.
Abbiamo bisogno di questo mix fra modernità e tradizione, perché abbiamo bisogno di fermarci, ritrovare noi stessi e le altre persone, toccare con mano quello che siamo e vorremmo essere.
Il mio augurio è che quest’anno possiamo ripartire e guardare al futuro con uno sguardo sul mondo che sia fraterno, che ci accomuni e sia di pace e giustizia.
Uno sguardo che non ci faccia sentire soli, anche se saremo tra la folla che invaderà nelle prossime ore la Basilica e il corso Garibaldi. Uno sguardo reciproco, in cui ci riconosciamo, come quello che scorre da secoli sotto i nostri occhi, tra la Madre e il Bambino nell’immagine sacra della Madonna della Ghiara.
E’ il primo passo per superare tre ostacoli che a mio avviso abbiamo davanti, nella ripresa del nostro tempo da vivere insieme: la retorica della paura che non ha altro scopo se non quello di far chiudere le nostre menti e i nostri cuori in noi stessi, senza portare nulla di buono; le diseguaglianze che sembrano crescere in maniera sempre più forte intorno a noi: penso a quelle fra generazioni, fra migranti e residenti, fra occupati e disoccupati; il disprezzo e la sottocultura dell’odio e della violenza che si scatenano sempre più spesso contro le persone più fragili, in particolare i poveri, le donne, i bambini.
La nostra città è attrezzata per avere questo sguardo lungo e aperto. Credo che la nostra comunità abbia tutte le virtù civiche per contrastare e andare oltre queste negatività così spesso presenti e insistenti.
Dobbiamo sforzarci di avere cura di questo modo di vedere: è uno dei beni comuni più importanti e belli che abbiamo. Dobbiamo sforzarci di manutenere questa bellezza e poterla consegnare in buono stato alle generazioni che verranno. Non lasciamoci portare via, non perdiamo l’umanità che abbiamo ricevuto in eredità e che abbiamo a nostra volta alimentato. La Giareda ne è un esempio storico.
Se vi sono ragioni di paura, si possono superare solo insieme.
Se vi sono diseguaglianze, esse possono riguardare tutti, dunque vanno affrontate insieme.
Se vi sono persone fragili, non si superano i loro problemi ‘scartandole’ o soggiogandole oppure eliminandole, ma facendoci insieme carico di loro e della loro dignità, in un equilibrio fra diritti e doveri faticoso da ottenere, ma possibile e anzi necessario.
“Ho insegnato che il problema degli altri è uguale al mio. Uscirne tutti insieme è la politica. Uscirne da soli è l’avarizia”, scriveva don Lorenzo Milani. Credo che il messaggio schietto e coraggioso del prete di Barbiana possa essere un invito per tutti, possa dare un senso al nuovo anno che ci aspetta.
La storia della Madonna della Ghiara, della devozione mariana di Reggio che dà origine alla Giareda ci insegnano molto in fatto di accoglienza, di rispetto reciproco, di laboriosità per ‘uscire insieme’ dalle difficoltà, di incontro fra diversità.
“Una vera tradizione non è la testimonianza di un passato concluso, ma una forza viva che anima e informa di sé il presente”, ha detto un grande compositore contemporaneo quale Ígor Stravinskij.
La tradizione della Giareda vista con questo sguardo ha una vitalità importante anche oggi e in futuro. Per queste ragioni, con convinzione, nel nostro futuro c’è il lavoro nell’ambito del Comitato promotore, di cui anche il Comune fa parte e che si occuperà delle Celebrazioni del prossimo anno, per il quarto centenario della traslazione dall’antico Canton dei Servi nella Basilica dell’immagine miracolosa della Madonna della Ghiara.
Buona Giareda a tutti!

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