Su cinque piccole e medie imprese italiane che arrivano alla fase due del programma europeo Horizon 2020 (fondi Ue alle imprese per l’innovazione tecnologica), una ha sede tra Piacenza e Rimini. E’ la via emiliano-romagnola al più grande programma comunitario dedicato all’innovazione tecnologica, ed è una via di successo a livello nazionale.
La maggior parte delle aziende vincitrici si trova a Bologna o a Modena, dove si concentra quasi il 70% dei progetti emiliani che hanno superato tutti gli scogli per arrivare al finanziamento più ingente tra quelli erogati attraverso lo Sme instrument, finanziato con 3 miliardi di euro dalla Ue.
L’assegno dell’Europa può oscillare indicativamente tra 500mila e 2,5 milioni di euro, ma spesso si concentra tra uno e due milioni: un salto di qualità evidente, rispetto ai 50mila euro della fase uno.
I numeri li dà Confindustria Emilia: dal 2014 a oggi, i progetti italiani arrivati alla fase due di Horizon 2020 sono stati 53 e hanno coinvolto 64 imprese. Il drappello dei progetti emiliano-romagnoli ammonta a undici unità, per tredici imprese coinvolte. Di queste, nove sono Pmi di Bologna e Modena.
Vincere questi progetti non è semplice: l’iter burocratico è complesso, la competizione con il resto d’Europa è serrata. Un ruolo fondamentale lo giocano le associazioni imprenditoriali: tra i progetti vincenti del territorio, Confindustria Emilia ne ha seguiti sei, che finora hanno portato nelle casse delle Pmi emiliano-romagnole ben undici milioni di euro.