Elio Canova era un gentiluomo: colto, pacato, con quell’amore e quella dedizione per la cosa pubblica che – nei vari ruoli da lui incarnati: dirigente politico e cooperativo, amministratore, presidente della principale istituzione culturale della città – contraddistinguono i migliori civil servant del nostro Paese.
Elio Canova apparteneva ad una generazione di donne e di uomini reggiani che hanno accompagnato nel secolo scorso la crescita e il cambiamento della città, fino a consegnarla alle nuove generazioni e alle sfide della contemporaneità.
Una generazione cresciuta tenendo insieme passione civile, impegno sociale e politico. Uomini e donne che hanno conferito l’impegno individuale dentro l’esperienza collettiva di un popolo che, uscito dalla miseria e dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale, ha reso Reggio una delle città in Europa a più alta qualità della vita.
Elio Canova ha contribuito con il suo impegno politico e amministrativo ad un lungo periodo della storia della città. Lo ha fatto in particolare guidando il Teatro, il nostro “tempio laico della cultura”, come lui più volte aveva affermato.
Se oggi il Valli, e la Fondazione, sono una delle migliori esperienze italiane del settore questo lo si deve anche alla cura, alla passione, alla premura con cui nel suo ruolo ha custodito, valorizzato e fatto crescere la bellezza e il prestigio di uno dei luoghi simbolo della nostra città.
In questo momento di dolore mi stringo, personalmente e a nome dell’Amministrazione comunale di Reggio Emilia, a Mariella Zanichelli e ad Andrea.
Abbiamo il dovere di guardare al futuro con la consapevolezza e la responsabilità verso la storia che ci ha portato sin qui. La consapevolezza che le idee e i progetti camminano sempre sulle gambe di persone che, come Elio Canova, hanno spinto quel flusso.