L’elenco “pacifinto” è lungo e ahinoi desueto: stop all’invio di armi in Ucraina (così gli aggrediti non si possono difendere dai massicci e sempre più frequenti attacchi russi su obiettivi civili e città inermi) ed azioni diplomatiche presso l’Unione europea per il “cessate il fuoco” ed una conferenza di pace. C’è da restare basiti perché qui l’unico che spara è l’uomo del Cremlino, gli altri si difendono e/o cercano di riprendersi le terre annesse dall’aggressore.
L’ennesima manifestazione (si scrive) “per la pace” ma che rischia di portare giustificazioni, così redatta e così concepita, alle “giustificazioni” del “fascista” Putin (come l’ha chiamato anche di recente, l’8 ottobre a Roma, Maurizio Landini della Cgil, dunque non propriamente un meloniano), si tiene sabato 22 nel pomeriggio a Reggio. Porta la firma dei soliti noti, il variegato mondo associazionistico legato alla sinistra meno liberal ed anche meno dem(ocratica).
Dall’elenco “per la pace” mancano come sempre accenni al dramma del popolo ucraino, cordoglio per i civili, tra cui donne e bambini, uccisi e bombardati, qualsiasi cenno alla necessità che l’aggressore tolga le tende, armi e bagagli dalla nazione invasa brutalmente senza motivo, e men che meno una qualsivoglia condanna all’operato di Putin. In “virtù” di quel “neneismo”, né con Putin né con gli ucraini che è esattamente, come dichiarato da più parti da alcuni esponenti del governo moscovita, ciò che si prefiggono i russi.
Intanto anche oggi (lunedì 17 ottobre), Kiev è stata nuovamente bombardata da droni di fabbricazione iraniana. Gli stessi che si leggono nell’elenco della manifestazione cui si dovrebbero tenere lontano coloro che davvero amano la pace e la giustizia, quelle con la P e la G maiuscolo senza bandiere né ideologie, sono quelli che (in questo caso giustamente) manifestano poi per le donne iraniane. In nome questa volta dell’equidistanza; ma almeno i sistemi per abbattere i missili e i droni iraniani possiamo darglieli? O si devono far ammazzare solo perché bombardano dall’est?
Sarà interessante vedere se qualcuno da parte amministrativa aderirà all’iniziativa e chi condivide la demenziale ed antistorica “equidistanza” tra aggressore e vittima.