Dai mafiosi ai bisognosi: case sequestrate ai malavitosi e cedute a famiglie in difficoltà, per la prima volta

Per la prima volta a Reggio Emilia alloggi sequestrati alle mafie e sottratti alla criminalità sono stati destinati, grazie ad un accordo amministrativo giudiziario, alle esigenze abitative di famiglie in condizioni di difficoltà

Per la prima volta a Reggio Emilia alloggi sequestrati alle mafie e sottratti alla criminalità sono stati destinati, grazie ad un accordo amministrativo giudiziario, alle esigenze abitative di famiglie in condizioni di difficoltà.
Sono cinque gli appartamenti concessi in uso al Comune di Reggio e disposti per finalità sociali caritatevoli con l’obiettivo di affrontare le indigenze delle minoranze: questa soluzione è stata realizzata con l’intervento e il provvedimento di un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Bologna.
È stata una scelta del Comune quella di dedicare questi appartamenti, che misurano dai 60 ai 120 metri quadrati di superficie e dislocati in diverse zone della città, all’ospitalità di famiglie in condizioni di disagio socio-abitativo facendo fronte così alla necessità di poter usufruire di alloggi ponte in attesa di collocazioni definitive in altre sedi.

A partire dall’1 marzo gli appartamenti potranno quindi essere concessi con un contratto di comodato d’uso gratuito indirizzato al Comune che si farà carico di utenze e oneri di manutenzione ordinaria esclusivamente per finalità istituzionali o sociali a tempo indeterminato, in attesa dell’eventuale confisca definitiva e del passaggio all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
Un intervento di assistenza sociale di questo tipo è applicato in ottemperanza con quanto prevede la normativa in materia di beni confiscati tolti dalla disponibilità degli intestatari e sottoposti a misura di prevenzione nell’ambito dei processi contro la criminalità in corso a Bologna.

“Utilizzare beni confiscati alle mafie rappresenta un progresso e un’evoluzione in senso positivo che potrà migliorare le condizioni di vita dei bisognosi a scapito della delinquenza, un risultato tanto complesso dal punto di vista giuridico e amministrativo quanto necessario – ha affermato il sindaco di Reggio Luca Vecchi durante la conferenza di presentazione dell’iniziativa alla stampa -. Si tratta del primo caso che si realizza a Reggio Emilia. Interventi di questo tipo permettono di recuperare e utilizzare alcuni beni iscrivendoli al patrimonio del Bene comune ed è un risultato realizzato grazie alla collaborazione fra il Tribunale di Bologna e il nostro Comune che speriamo e vogliamo diventi precursore di altre operazioni di questo tipo”.

“Un risultato storico per la nostra città, siamo orgogliosi – ha continuato così Lanfranco de Franco, assessore alla Casa e al Patrimonio del Comune di Reggio Emilia -. Le attuali problematiche sociali rendono inderogabili soluzioni abitative per famiglie che versano in condizioni di povertà. La città ha risposto a questa chiamata offrendo cinque alloggi sottratti alla conclusione di procedimenti giudiziari di stampo mafioso. Sapere che questi beni passeranno dalle mani della criminalità a quelle dei bisognosi è una vittoria. È necessario tenere presente le difficoltà nel riuscire a riutilizzare questo tipo di immobili: stiamo dando un contributo nell’affidare tali beni al servizio della collettività, e avverrà anche in futuro. Ringrazio personalmente l’amministratore giudiziario Filippo Salvardi per l’impegno investito in questo processo che ci ha permesso di compiere un passo importante per la nostra comunità: ha fatto la differenza”.

“Un’azione che è anche una risposta alla legalità di questo periodo che ha turbato la vita della città: l’Amministrazione ha dato un responso che è sì simbolico, ma soprattutto concreto”, ha aggiunto l’assessore alla Legalità di Reggio, Nicola Tria.

“Il codice antimafia vuole restituire alla collettività i beni sottratti alla criminalità organizzata di stampo mafioso e questa iniziativa rispetta in pieno questa volontà – ha concluso Filippo Salvardi, dottore commercialista e amministratore giudiziario -. La collaborazione tra le istituzioni ha reso possibile questo progetto e la lungimiranza del Comune di Reggio Emilia è riuscita ad individuare la migliore destinazione dei beni al servizio dei cittadini”.

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