Dopo un primo momento di sgomento, subentra la rabbia, perché loro il mutuo lo hanno sempre pagato, eccome! E allora, cosa è accaduto? Per capirlo, Alessandra e Gianni hanno dovuto fare un corso accelerato di grandi questioni finanziarie. Nel mese di maggio Intesa San Paolo ha subito l'ennesima trasformazione. I clienti sono abituati a ricevere lettere che annunciano fusioni o accorpamenti con altri istituti bancari, che li obbligano a cambiare bancomat, carte e passwords online. Stavolta, invece, i tempi si invertono e prima all'improvviso smettono di funzionare i bancomat, le carte e i conti online, poi ricevono la comunicazione. La banca non ha avuto il tempo di organizzarsi, perché stavolta si tratta di un provvedimento urgente. L'Antitrust infatti da tempo chiedeva al Crédit Agricole, uno dei colossi bancari francesi, in questi giorni declassato dall'agenzia di rating Moody's per i suoi investimenti in Grecia, di ridimensionare la quota azionaria in Intesa San Paolo. Di fronte allo stallo venutosi a creare, è intervenuto dando una scadenza improrogabile. La soluzione adottata in fretta e furia è stata la cessione da parte di Intesa San Paolo di una parte delle filiali al Crédit Agricole e al suo partner italiano, Cariparma. La misura è regolare, peccato che a parte i disagi immediati, non sia stata indolore per i clienti, in particolare per quelli che hanno acceso dei mutui, i quali si ritrovano in una situazione paradossale: il mutuo rimane presso Intesa San Paolo, mentre il conto personale, da cui molti attingono per pagare le rate, emigra in Cariparma-Crédit Agricole. Alessandra e Gianni D., come molti altri, chiedono se questa anomalia comporta dei problemi nei pagamenti e ricevono assicurazioni sulla regolarità di tutte le operazioni, grazie a provvidenziali convenzioni.
Tutto questo prima delle vacanze. Al rientro, la cattiva notizia. Alessandra e Gianni D., come un buon numero di altri clienti infuriati, si rivolgono di nuovo ai funzionari della loro banca e la prima domanda, mentre attendono l'apertura di nuovi conti e i trasferimenti urgenti di denaro, è: perché il mutuo non è stato trasferito insieme al conto, o viceversa?
Semplice: il mutuo è cartolarizzato, cioè è stato ceduto dalla banca a una società, in modo da ricavarne liquidità immediata, anche se sotto forma di obbligazioni.
Cedendo la filiale, banca Intesa San Paolo ha ceduto i conti, ma non poteva disporre liberamente dei mutui, di fatto gestiti soltanto a livello contabile per conto di altre società. Sembra una storia già sentita. Esatto: è proprio quello che è accaduto negli Stati Uniti, dove le banche hanno venduto tutti i mutui e quando il mercato immobiliare è crollato, le società che li avevano acquistati si sono ritrovate con immobili che valevano meno del debito e le banche con obbligazioni che non avevano più alcun valore…
Secondo la normativa sulle banche, Intesa San Paolo, come tutti gli altri istituti bancari, non era obbligata a informare i clienti sui cambiamenti in corso e nemmeno sulla cartolarizzazione dei loro mutui.
A questo punto, Alessandra e Gianni si chiedono: cosa significa “trasparenza bancaria”?
“Non era più semplice – conclude Alessandra – avvisarci tempestivamente dandoci modo di decidere? Ci siamo sentiti (tanto va di moda) clienti da rottamare”.
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