Agricoltura, l’Imu è un problema a tutto tondo. Parola di ministro

Lo dicono tutti. E oggi, al convegno organizzato a Firenze da Agriventure su "L'agribusiness per il rilancio economico del paese" lo ha detto anche il ministro Catania: la manovra ha ''appesantito'' la pressione fiscale sulle imprese agricole e la questione del fisco, e in particolare dell'Imu, dovrà essere riaffrontata. E' quell'Imu sia sui fabbricati rurali che sui terreni, il punto nodale della questione. Come sanno bene le associazioni agricole che in particolare in Toscana hanno mosso iniziative di vario genere per contrastare la misura governativa sull'Imu; tanto da produrre un appello congiunto con la Regione Toscana, inviato al governo, con un chiaro messaggio, "non tassate con l’Imu i terreni e i fabbricati strumentali”.

E oggi il ministro lo ha ribadito. Anche lui. "C'e' un problema di Imu a tutto tondo – ha spiegato Catania – sia sui fabbricati rurali sia sui terreni. La manovra complessivamente ha appesantito la fiscalità gravante sul settore. E' concepita in un contesto di emergenza con sacrifici pesanti, è chiaro che si dovrà tornare su questo tema, non lo considero archiviato. Non appena il contesto finanziario lo consentirà – ha assicurato – torneremo a ragionare sul carico della fiscalità e in particolare sull'Imu in agricoltura''.

Sì, ma quando? Intanto, Cia-Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura e Copagri scendono in piazza domani a Roma. E gli obiettivi sono sempre gli stessi: valorizzare il ruolo centrale dell'agricoltura (in specie in un paese come l'Italia, che un'agricoltura corretta può aiutare a salvaguardare interi pezzi di territorio da disastri ecologici e ambientali), combattere l'applicazione dell' Imu sui fabbricati rurali e sui terreni agricoli, contenere il ''caro-gasolio'' e gli aumenti dei contributi previdenziali.

Eccole qua, le grandi emergenze dell'agricoltura italiana, che rendono insostenibili i costi per le aziende spingendole senza pietà fuori mercato. E le aziende che rischiano di andare fuori mercato sono migliaia.

Portare la protesta a Roma.  L'appuntamento è per domani, 13 marzo, dalle 9 alle 14, davanti alla Camera dei Deputati in piazza Montecitorio. E, insieme ai manifestanti, ci saranno anche i presidenti della Cia Giuseppe Politi, della Confagricoltura Mario Guidi e della Copagri Franco Verrascina.

Intanto oggi, da Firenze, il ministro Catania promette. Promette che "le problematiche del settore agricolo saranno oggetto di un ''approfondimento ad hoc'' nell'ambito della trattativa sul mercato del lavoro", parando in questo modo, anche se parzialmente, l'accusa della Coldiretti rivolta al govenro per non avere invitato il mondo dell'agricoltura al tavolo della riforma del mercato del lavoro. E poi, promette anche che, dopo aver lavorato "su una fase di emergenza e del contesto finanziario, adesso il governo concentrerà l'attenzione su crescita e sviluppo". Per esempio, con decreti su liberalizzazioni e semplificazioni, come in parte è già stato fatto.

L'unica cosa che non promette? Soldi. O meglio: "risorse finanziarie apprezzabili, perchè il quadro di bilancio non lo consente". Magra consolazione, ma almeno lo dice. 

 

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