Mercafir, il destino incerto dell’area incide sui licenziamenti?

Lo sciopero c’è stato il 3 marzo scorso, ma il futuro dei lavoratori del Centro Carni di qualità alla Mercafir rimane, nella migliore delle ipotesi, confuso. L’azienda infatti ha messo in mobilità il 70% di loro, che rischiano il licenziamento. Una situazione preoccupante, su cui i consiglieri provinciali di Rifondazione Comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi hanno presentato una domanda d’attualità, in cui si chiede che “sia fatta chiarezza sui motivi della crisi e quanto l’incertezza sull’area Mercafir incida su queste decisioni”. Inoltre i due consiglieri sollecitano “un impegno non formale alla Provincia di Firenze,congiuntamente con la Regione Toscana e il Comune di Firenze, in solidarietà con la vertenza sindacale dei lavoratori del Centro Carni e per la difesa dei posti di lavoro".

La procedura di mobilità riguarda, com'è noto,  31 dei 43 lavoratori in organico di Centro Carni, l’azienda che si occupa di confezionare la carne che viene in seguito distribuita al supermercati del gruppo Pam.
Fra le altre azioni “preoccupanti” che i lavoratori hanno evidenziato da parte dell’azienda, ricordiamo anche la dismissione di alcuni reparti realizzati circa 2 anni fa, e che avevano creato grandi aspettative nei lavoratori. Inoltre, da tempo è in atto u processo di “terziarizzazione” di attività prima svolte direttamente dal personale dell’azienda, senza che venga garantito il riassorbimento dei diepndenti.
Fra le attività terziarizzate, lo stoccaggio merci, il carico e discarico, lo smistamento ordini.

Ma all’orizzante si profila, scritta nero su bianco dalla stessa Filcams Cgil che ha organizzato lo sciopero di sabato e ripresa nella domanda d’attualità di Calò e Verdi, una minaccia che potrebbe colpire la generalità delle attività lavorative presenti nell’area: vale a dire, l’incertezza sul progetto per la Mercafir del Comune di Firenze. E la domanda è “L’incertezza sul “progetto” per l’area Mercafir del Comune di Firenze è tra le motivazioni che hanno determinato l’avvio della procedura di mobilità, un alibi per prendere la decisione più semplice e vantaggiosa o un rischio concreto per tutta l’area?” come si legge nel comunicato sindacale dello scopero.

E la domanda d’attualità posta da Calò e Verdi conclude sul tema: “Gli scriventi Consiglieri provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere la propria solidarietà e il proprio impegno a fianco dei lavoratori del Centro Carni di Firenze, ribadiscono la volontà che si faccia la massima chiarezza sulla vertenza e chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire su questa vertenza facendo intervenire le Istituzioni (Regione Toscana , Provincia di Firenze, Comune di Firenze) affinché si dica chiaramente quali sono gli elementi che hanno portato alla richiesta di mobilità, se la crisi economica e la riduzione della vendita di carni sul mercato alimentare e tale da giustificare un ridimensionamento del 70% dei posti di lavoro. Se insistono nelle decisioni della proprietà dei supermercati Pam e Panorama preoccupazioni o piuttosto appetiti immobiliari, sorti dalle proposte di costruire la cittadella viola sull’area Mercafir.
Quali strumenti la Provincia con le proprie competenze e unitamente ai Comune di Firenze e alla Regione Toscana, può mettere in atto per contrastare la volontà di sopprimere la realtà produttiva a cui ci riferiamo. Altresì chiediamo di sapere cosa l’Amministrazione Provinciale ha intenzione di fare per contrastare la perdita di posti di lavoro e se sono previsti sostegni al salario e ai redditi dei lavoratori del Centro Carni e delle loro famiglie". 

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