Un anno ad arte: sei mostre eccellenti nei musei del Polo fiorentino

La soprintendente Cristina Acidini ha elencato stamani le mostre che si snoderanno nelle splendide sale dei principali musei fiorentini, a partire dal 20 marzo, data in cui alla galleria degli Uffizi torneranno a essere esposti alcuni degli arazzi più sontuosi – “Epifanie di tessuti preziosi” – che da anni languono nei depositi. La curatrice Giovanna Giusti ha espresso soddisfazione per questo recupero che si prefigge di far “conoscere ai visitatori un settore prezioso delle collezioni del museo, specie le manifatture fiamminghe o le arazzerie medicee con pezzi mai esposti prima”. In un fitto elenco di appuntamenti, segue il 3 aprile “Giappone. Terra di incanti”, manifestazione divisa in tre sezioni, che Acidini ha molto caldeggiato in quanto “valorizzazione dell’alterità”, cioè della cultura di altri popoli, diversi dal nostro. Una sezione va agli Argenti e si chiama “Di linea e di colore” che considera i manufatti artistici da metà Cinquecento a metà Ottocento; una seconda sezione, “L’eleganza della memoria”, l’arte moderna e contemporanea, sarà ospitata nella Galleria Palatina, e la terza sarà alla GAM, e illustrerà il “Giapponismo. Suggestioni d’oriente tra Macchiaioli e Anni Trenta del Novecento”. Un evento particolare si prospetta “Arte torna arte”, l’esposizione che Bruno Corà e Daria Filardo hanno curato per la Galleria dell’Accademia, con inaugurazione l’8 maggio. Franca Falletti che la dirige, ne ha parlato infervorandosi, ribadendo come la Galleria “senta il dovere di continuare a confrontare arte antica e contemporanea”. Per Falletti il vero artista è quello “che guarda all’antico con la sua forza creativa e ce lo ripropone in modo vitale e diverso”. Il titolo è tratto da una serie di lezioni tenute da Luciano Fabro, che sarà presente in mostra, accanto a molti altri illustri artisti, che vanno da Picasso a Duchamp, a Savinio, Yves Klein, fino a includere molti dei rappresentanti dei movimenti degli ultimi quarant’anni,  ha aggiunto Filardo, formando “un grande affresco che parla dell’arte del Novecento e di quella del nostro tempo, ripercorre la storia del XX° e XXIà secolo con artisti innovativi e rivoluzionari”. Personalmente  ci fa piacere trovare tra i nomi quelli di Renato Ranaldi e del suo allievo Antonio Catelani, ma anche vedere che ci si è ricordati di Ketty La Rocca. Le “Fabulae pictae”, le maioliche del Rinascimento coi temi della mitologia classica, le “leggeremo” al Museo del Bargello dal 16 maggio; i “Bagliori dorati”, emanati dal Gotico internazionale, fiorito anche a Firenze dal 1375 al 1440, “un filone che continuò a prosperare e generare capolavori”, li capteremo agli Uffizi dal 19 giugno; il gran finale – “La nuova frontiera” –  arriva il 3 luglio a Palazzo Pitti, Andito degli Angiolini e Galleria del Costume, altra mostra su una civiltà assai diversa, con i nativi d’America dalle collezioni del Thomas Gilcrease Museum di Tulsa, Oklahoma. Essenziale per questo nuovo anno di grande arte, il sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio e la collaborazione con Sillabe e Giunti Editore.
 

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