Sequestrati due capannoni gestiti da cinesi a Prato

Degrado igienico e sanitario. Queste le motivazioni del sequestro di due capannoni industriali gestiti da cinesi a Prato. I capannoni ospitavano 4 aziende di confezioni tessili gestite da cittadini orientali. Nell’operazione delle forze dell’ordine pratesi sono stati identificati 8 operai clandestini, sequestrati 87 macchinari e rimosse 16 bombole di gpl. Sono 3, invece, gli imprenditori cinesi titolari delle aziende che sono stati denunciati per aver costruito abusivamente dei loculi nei quali dormivano gli operai. I capannoni, in sostanza, erano utilizzati sia come fabbrica che come abitazione, con tanto di cucina all’interno. La Guardia di Finanza pratese ha reso noto nella mattina di oggi, 23 febbraio, che il frutto dei controlli effettuati fra il 2009 ed il 2011 nelle aziende cinesi della città è stato un crollo delle spedizioni di denaro effettuate mediante le agenzie con il metodo del money transfer. Secondo le fiamme gialle i 300 milioni di euro in meno che sarebbero stati spediti dall’Italia alla Cina sarebbero il sintomo di una progressiva riduzione del traffico illecito di denaro verso l’Oriente. Dai 464 milioni di euro del 2009 si è passati ai 173 milioni di euro del 2010. Questo il dato di Prato. A Firenze, invece, da 124 milioni di euro si è passati a 79 milioni di euro.

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