Con loro l’assessore alla cultura della Provincia, Edoardo Nesi, ha parlato senza mezzi termini di “momento storico”, riferendosi a Gonfienti. “C’è per la prima volta un impegno per un progetto di recupero della nostra identità più antica che diventa anche occasione di sviluppo economico”, ha affermato. Molto soddisfatti i due presidenti. Per Gestri “la sinergia con la Fondazione rappresenta un modello d’azione positivo da estendere”. Secondo Albini “si tratta di una iniziativa che si inserisce in un percorso che guarda al futuro della città”.
L’intesa impegna i due enti – per il 2012 – con 400 mila euro. Un budget che attiverà risorse economiche di valore ben più ampio e interesserà beni di grande rilevanza, dal complesso di San Domenico alla Badia di Vaiano e alla Pieve di San Pietro a Figline. Provincia e Fondazione, con questo accordo, guardano ben oltre la tutela delle risorse storico-artistiche e si impegnano per lo sviluppo turistico-culturale del territorio.
Cuore del patto è la ripresa degli scavi nella città etrusca di Gonfienti, il tesoro di Prato, bene straordinario da conservare e valorizzare proprio in un’ottica di crescita economica legata al turismo culturale. L’impegno per Gonfienti, che verrà realizzato sulla base di un progetto e con la direzione della Soprintendenza ai beni archeologici, è di 200 mila euro. Le altre risorse verranno impiegate per contribuire alla creazione del Museo di arte sacra nel complesso di San Domenico (100 mila euro), per il restauro funzionale del pianoterra della Badia di Vaiano (35 mila euro, la Badia è interessata da un più vasto intervento di recupero), per il restauro e la ristrutturazione del convento di Galceti (35 mila euro) e per l’intervento di recupero della badia di San Pietro a Figline.
La sinergia con la Fondazione, che ha dimostrato straordinaria sensibilità, consente dunque alla Provincia di realizzare insieme il progetto di ripresa degli scavi a Gonfienti, utilizzando le risorse che già da tempo l’ente aveva destinato a questo scopo. L’accordo apre la strada al completamento delle indagini archeologiche nell'area del lotto 14 che interessa una straordinaria emergenza, la grande villa (1400 metri quadrati) che ha tutte le caratteristiche per diventare la prima porzione di parco archeologico. Qui sono stati rinvenuti materiali tipici del contesto domestico ma anche le preziose testimonianze di ceramica attica, con figure rosse e a vernice nera, che hanno nella singolare coppa dia Douris l'esemplare più prestigioso. Testimonianze certo dell'elevato livello economico e sociale della comunità di Gonfienti e del suo inserimento all'interno di una estesa rete di contatti commerciali e culturali. Del resto Gonfienti, centro urbano esteso su circa venti ettari, costituisce il punto di partenza – nell'Etruria propria – dell'attraversamento transappeninico, in direzione di Marzabotto, Bologna e dei mercati dell'Adriatico e del nord.
Le Province di Prato e Firenze, con i Comuni di Prato, Carmignano, Campi Bisenzio, e l’Interporto della Toscana centrale nell’aprile 2010 hanno firmato un accordo che ha come obiettivo la valorizzazione del parco archeologico che comprende Gonfienti e Carmignano, la “città dei vivi” e quella “dei morti”.