Antifascisti in corteo, no alla strumentalizzazione delle foibe

Il vento gelido flagella lo striscione di Firenze Antifascista, le bandiere Carc, comitati di appoggio alla Resistenza per il Comunismo e dell’Anpi, in Piazza Dalmazia,dove il 13 dicembre caddero sotto i colpi di Gianluca Casseri due giovani senegalesi. “Chiudere i covi fascisti” è la parola d’ordine che serpeggia nel corteo Sono in centinaia, a sfilare nell’itinerario ad anello, stabilito dal Questore dopo una frettolosa riunione venerdì mattina “per evitare incidenti”. Itinerario breve, poche centinaia di metri, da Piazza Dalmazia, a Piazza Leopoldo e ritorno, sfiorando solo via del Romito dove alla fine del tunnel, sotto il cavalcavia, protetti da una barriera di transenne sono schierati i blindati e la celere in assetto antisommossa. E dove serpeggia ma solo per pochi istanti un brivido di tensione. Qualcuno cerca di scavalcare le barriere ma il buon senso prevale. Nessuno, comunque si stacca dal corteo per raggiungere piazza Savonarola dove, quasi in contemporanea, alle 18 si svolge la manifestazione indetta da Casa Pound nella “ Giornata del Ricordo” commemorazione dei martiri delle Foibe.

Siamo qui perché non possiamo rimanere in silenzio – dice Ornella de Zordo, consigliere comunale di “Un’altra città” – non possiamo permettere che i fascisti, ancora una volta, strumentalizzino la storia. La nostra riposta parte da qui, da questa Piazza che è una ferita aperta nel cuore di Firenze antifascista”.
Sono tanti i giovani sotto le bandiere dell’Anpi. Studenti e donne, come Ilaria, 40 anni, laureata e disoccupata, che ha sfidato il freddo: “Perché l’Anpi non è solo memoria storica, dice ma si apre presente e al futuro in difesa dei diritti civili contro ogni forma di razzismo, come custode dell’antifascismo autentico”.
 

Già, il futuro. Ma qui, tra i canti della resistenza e lo ska dei Fastidios, diffuso dagli amplificatori del furgoncino di Firenze Antifascista, c’è che parla di promuovere iniziative concrete. “Per cacciare il sindaco Renzi e costruire un’amministrazione comunale di emergenza”, come recita un volantino diffuso dai Carc. “Un’ amministrazione con il sostegno di organizzazioni popolari come il Movimento di lotta per la casa, No Tav e altri e che veda in consiglio comunale esponenti della società civile e sinceri democratici. Un’amministrazione che può contribuire a diffondere un’esperienza di protagonismo popolare e di governo dal basso e rendere ingovernabile il paese al governo Monti”.

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