Pistoia vuol partecipare al tavolo di confronto per Ansaldo Breda

Venerdì 20 gennaio il presidente della Provincia di Pistoia, Federica Fratoni, ha incontrato, a Roma, l’ad di Ansaldo Breda, Maurizio Manfellotto, ed i rappresentanti sindacali dei lavoratori dell’azienda. «In attesa di conoscere i dettagli – ha dichiarato Federica Fratoni –  il piano industriale, così come presentato nelle sue linee generali, non contiene misure per l’innovazione, lo sviluppo e la riqualificazione del settore dell’ ingegneria industriale, ma punta esclusivamente al ridimensionamento. Sapevamo che dei sacrifici sarebbero stati necessari, ma in funzione di una riqualificazione e di una prospettiva di rilancio. Così invece si punta solo a far cassa sulle spalle dei lavoratori». Negli scorsi giorni l’assessore regionale alle Attività produttive, lavoro e formazione, Gianfranco Simonicini, ed il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, avevano chiesto un nuovo incontro, a breve, fra Regione e vertici dell’azienda. «Vogliamo esserci anche noi a quel tavolo – ha dichiarato il presidente della Provincia di Pistoia». «In base a quanto annunciato dal piano – ha continuato – lo stabilimento pistoiese, rispetto agli equilibri complessivi, paga un prezzo altissimo, con gravi ripercussioni su tutto l’indotto e su quel patrimonio di professionalità e di esperienza che negli anni è cresciuto intorno ad Ansaldobreda. Come istituzioni saremo a fianco dei lavoratori nelle manifestazioni di protesta già annunciate, a partire dallo sciopero di lunedì, in attesa di incontrare direttamente Manfellotto e di confrontarci sui contenuti del documento.  Adesso è quanto mai urgente una risposta dal governo nazionale.  Non è ammissibile che un amministratore delegato decida delle sorti di un’ azienda, senza che il suo azionista di maggioranza non si sia espresso ancora in maniera chiara sulla politica che intende perseguire«. «È arrivato il momento – ha concluso – in cui quello stesso Governo che in questi giorni presenta al parlamento il pacchetto per le liberalizzazioni, in forza di una prospettiva di crescita del paese, dica una parola chiave sulla politica che intende perseguire e su un piano industriale che, non solo indebolisce la presenza italiana nel settore dei trasporti ferrotranviari, ma ridimensiona fortemente una realtà aziendale tanto importante e siti che hanno fatto la storia dell’industria di questo paese».

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