Questo è quanto emerge da una simulazione realizzata da Confservizi Cispel Toscana sulla base dei nuovi parametri fissati dal Governo: una farmacia ogni 3000 abitanti, più un calcolo sui resti. Ulteriori nuove farmacie potranno essere aperte nelle stazioni ferroviarie, nelle stazioni marittime negli aeroporti civili e nelle stazioni di servizio. Queste nuove farmacie non potranno tuttavia essere date in prelazione ai comuni.
“Si tratta – ha commentato Alfredo De Girolamo – di un’apertura importante che prevede un aumento del 30% delle unità esistenti, ed è per questo che non condividiamo la scelta di tenere fuori i Comuni anche perché, se l’obiettivo è quello di aumentare la concorrenza, non si capisce perché si è deciso di tenere fuori soggetti pubblici che potrebbero essere interessati a partecipare ai bandi per l’assegnazione delle licenze”. Dai dati di Confservizi Cispel risulta che oggi le farmacie in Toscana sono 1.128. In 142 comuni si rispetta già il limite di 1 farmacia ogni 3000 abitanti. Nei restanti 150 comuni circa la proporzione per abitante è assai più elevata, per cui il numero di nuove farmacie sarà molto consistente: Prato +22, Viareggio + 8, Massa + 8, Pistoia + 6, Livorno + 11, Firenze +7.
“L’obiettivo che le farmacie comunali stanno perseguendo con successo è quello di competere con gli altri soggetti privati sulla qualità e l’assistenza– ha aggiunto De Girolamo – ed è per questa ragione che tenerle fuori significa di fatto privare il mercato di una stimolo in più per migliorare servizi e prestazioni per i cittadini. Per questo chiediamo che la possibilità di partecipazione delle aziende comunali sia inserita in fase di conversione del decreto, altrimenti è fondato un ricorso all’Autorità antitrust”.