Non si arresta la caduta dell'artigianato, colonna portante sì dell'economia regionale, oltre 3.200 milioni di fatturato nel primo semestre 2011, ma afflitto ormai da oltre un decennio da emorragia di valore e di fatturato, nello stesso periodo il fatturato segna – 4,6%, ossia -155 milioni di euro circa tradotto in termini contabili, con segni negativi su quasi tutto il territorio regionale e contrazioni rilevanti dei costi, segnale di una dinamica produttiva sempre più rallentata. L'onda lunga della crisi pervade i conti delle imprese artigiane anche per il 2011: la tendenza è ancora in discesa. Diminuiscono gli investimenti, sia per perdita di fiducia e di prospettive di mercato, sia per carenza di liquidità e risorse finanziarie. Si fa fatica insomma a trovare qualche segnale positivo. Già il 2009 ed il 2010 sono stati anni di grave sofferenza per l'artigianato toscano, ma con i risultati del 2011 le speranze in un'inversione di tendenza sono debolissime, prossime allo zero?
Questi in sintesi i risultati dell'indagine congiunturale relativa al primo semestre 2011 (consuntivo anno propsettive 2012 di Cna Toscana, che analizza i dati della contabilità di migliaia di imprese artigiane della Toscana. I consuntivi contabili relativi al primo semestre 2011 evidenziano una minore caduta, in termini tendenziali, cioè rispetto alla chiusura del 2010, tuttavia nel primo semestre 2011 si assiste ad un ulteriore peggioramento per il sistema economico dell'artigianato, che sconta una consistente flessione, grave (> 30%) in alcune province. Difficoltà del settore costruzioni (-3,2% la variazione tendenziale), per i noti fattori di carenza di investimenti, stallo del mercato immobiliare e crisi di aziende capofila, ma c'è le dinamiche negative sono diffuse in tutti i settori, soprattutto nei servizi (-9,5%; -68,5milioni di euro), meno nel manifatturiero (-3,4%). Molto negativa la situazione della metalmeccanica (-9,5%) e dei servizi alle famiglie (-11,7%) e nelle riparazioni (-14,3%). Meglio la moda, ma con alcuni segnali di cedimento o di rallentamento. Solo il comparto pelle-calzature ottiene nel primo semestre 2011 risultati molto positivi: +15,3%.
Una colonna portante dell'economia toscana in crisi
L'artigianato è ancora una delle colonne portanti dell'economia regionale. Pur nelle difficoltà e nei ridimensionamenti, l'artigianato realizza nel primo semestre 2011 un fatturato di oltre 3200 milioni di euro nei tre macro settori: costruzioni, manifatturiero e servizi. La totalità dell'artigianato toscano ha un fatturato di circa 4 miliardi per semestre, ossia circa 8 miliardi l'anno. E quasi 800 milioni di euro di investimenti. Per un pilastro dell'economia regionale questa crisi è un fatto rilevante per la Toscana, realtà produttiva dove le grandi e le medie imprese sono in netta minoranza per numero (circa il 3%), per fatturato (meno del 40% del pil regionale) e per occupazione (circa il 35%).
Le flessioni del fatturato nelle province
7 province su 10 presentano una flessione del fatturato, i cali superano in alcuni casi il 30%: ad Arezzo -17,9%, Siena -18,7%, a Massa Carrara -34,2%, a Pistoia -39,3%. E' la flessione nel settore delle costruzioni ad incidere di più, che in particolare lasciano sul terreno un monte-fatturato a Massa Carrara di circa 59milioni di euro e a Pistoia di 51,4milioni di euro. A questa flessione si somma quella, sempre rilevante, del sistema manifatturiero, in particolare a Pistoia e ad Arezzo dove, insieme a Siena, sono in cospicua flessione anche i servizi. Le province dove si registrano flessioni di minore entità sono Lucca (-4,2%), Livorno (-5,2%) e Firenze (-2,2%). Nell'area fiorentina si registra però una buona performance, in termini tendenziali, del sistema manifatturiero locale che, trainato dal settore pelle-calzature, registra una crescita pari a +7,8%.
Gli indici positivi si riferiscono soltanto ai recuperi relativi alle province di Grosseto (+12,9%), Pisa (+16,6%) e soprattutto Prato (+18,3%). Le costruzioni recuperano nelle tre province e incidono molto sui risultati positivi provinciali del 2011: la crescita dell'edilizia è pari a +94% a Prato, +39,7%, a Pisa e + 19,8% a Grosseto. Nel distretto di Prato si conferma la tendenza positiva che caratterizza da mesi il comparto tessile-abbigliamento (+7,4%).
Investimenti
La spesa per investimenti, con l'eccezione del recupero di Lucca e del rimbalzo diffuso nell'area della Toscana meridionale, anche se su valori assoluti piuttosto esigui a livello locale, si caratterizza per una flessione generale. Risulta mediamente pari al -60,2%, che tradotto in termini contabili si traduce in un calo di spesa grossomodo pari alla ragguardevole cifra di -1,15 miliardi di euro su base regionale.
Prospettive chiusura 2011 e inizio 2012.
Sostanzialmente orientate al ribasso le prospttive fine 2011 per il peso negativo di diversi fattori che incidono su una depressione delle previsioni per tutti i principali settori dell'artigianato. La debolezza attuale della domanda interna (calo di consumi e di investimenti) deprime in particolare l'edilizia e i servizi, effetti negativi del brusco rallentamento della crescita, derivante dalla spinta del commercio estero, previsto in netta decelerazione nel corso del 2012.
Il punto interrogativo è come il sistema manifatturiero artigiano locale riuscirà a recuperare, se visto che potrà fare meno affidamento sulla vivacità degli scambi internazionali. In definitva un costante profilo recessivo dell'economia artigiana regionale si combina con l'inversione negativa della congiuntura economica generale.