E' sempre Fausto Forte, il responsabile e l'animatore di Casa Masaccio a San Giovanni Valdarno ed è da lì che è scoccata la scintilla che ha portato a formulare un programma articolato e coraggioso, che coinvolge tutta la città, coralmente almeno fino al 22 gennaio. Proprio in queste ore si parla di "modalità di autogestione e di autofinanziamento" per lo spazio dell'ex-Ceramica, un edificio riconvertito, recuperato negli anni ottanta, ormai in stato di abbandono, "che prende nuova vita sotto forma di centro di aggregazione e come Temporary Art Center, sorta di vero e proprio centro d’arte e di relazione". Dice Forte: "Vogliamo usarlo anche per discutere tra noi ed elaborare ideee, descrivere i percorsi e le ragioni di chi agisce per costruire nuova cittadinanza: una pratica del “fare” che riconosca il diritto alla gioia e al futuro. Molte cose accadranno in quel luogo e ne provocheranno altre". Il programma prevede incontri, mostre, percorsi in città, e visite guidate agli studi di artisti, come queste dei prossimi giorni, da mettere subito in agenda: dalla scultrice dublinese Janet Mullarney, in Via Poggi, 40 a Castelfranco di Sopra (Ar), per sabato 7 gennaio, alle ore 15, seguita dalla visita a Lucia Baldini, in Corso Italia, 74, a San Giovanni Valdarno, prevista domenica 22 gennaio alle ore 17.00 (prenotarsi alla Proloco tel. 055 943748). Da vedere girando a "zig zag" ci sono le opere della collezione comunale d'arte contemporanea nel cuore di S.Giovanni: bisogna andare a Casa Masaccio / Casa Giovanni Mannozzi/ Palazzo D’Arnolfo/ Domestica / Caffè Fiorenza / Bar Martini / MF Hair / Reporter Viaggi / Follie / Orolo’ / Pasticceria Semplici Alessandro /Calzature Maurizio / Shopping Time / Massi Calzature, e infine Villa Barberino, Sala dell’Allocco ( Meleto–Cavriglia. "La storia di questa collezione si connette all’attenzione e a una speciale, precoce sensibilità ai fatti dell’arte, che già nel corso degli anni Sessanta accreditava San Giovanni Valdarno come centro di iniziativa artistica pienamente calato nel contemporaneo", spiegano gli organizzatori. "Infatti basta ricordare solo alcuni nomi – Paolini, Anselmo, Boetti, Kounellis, Zorio, Nespolo, Moretti, Nigro, Farulli, Nannucci, Guarneri, Scatizzi per rendersi conto come i “Premi Masaccio” abbiano saputo documentare i sommovimenti di una tra le stagioni più fervide dell’arte italiana del dopoguerra".
Contemporary city quindi, è una ricerca in progress, progettata come rassegna itinerante e definita come un laboratorio. Ogni sede è completamente diversa e la rassegna è vista come una possibilità per adattarsi alle circostanze locali. "E' una rassegna intesa come spazio performativo nella città, essenzialmente presentata come una zona autonoma temporanea, piuttosto difficile da allestire, dove tutti quelli che partecipano e sono invitati ad intervenire, aggiungono un qualcosa, in una sorta di promemoria collettivo. In generale la rassegna si arricchirà grazie alle coincidenze, e sarà concepita come una rete, basata sul tempo, in luoghi limitati e zone mobili o sconfinate, una sequenza temporale che non si muove esclusivamente all’interno di un museo ma è dislocata in tutta la città e nel territorio circostante". La strada verso la gioia e il futuro pare iniziare davvero da questo centro d'energia.
Nella foto: Scultura di Janet Mullarney