Betori celebra alla festa per don Giussani

In occasione dell’ottavo anniversario della morte di don Luigi Giussani, avvenuta il 22 febbraio 2005,  e del 31mo del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione, 11 febbraio 1982, come ogni anno, in tutta Italia e anche nel mondo, vengono celebrate Messe presiedute da Cardinali e Vescovi. A Firenze  sarà l’Arcivescovo, Cardinale Giuseppe Betori, a celebrare la  Santa Messa in memoria, venerdì 22 febbraio alle  21,15  nella Basilica della  Santissima  Annunziata. Quest’anno l’intenzione diffusa dalla sede nazionale è: “Commossi per l’annuncio fatto dal Papa e ancora più consapevoli della nostra responsabilità, chiediamo la Grazia, nell’Anno della Fede, di una conoscenza e affezione sempre più profonde a Cristo attraverso la sequela intelligente e appassionata del carisma di don Giussani nella vita della Chiesa, al servizio dei nostri fratelli uomini”.

Ricevendo in Udienza i partecipanti all’Assemblea Generale della Fraternità sacerdotale di San Carlo Borromeo, lo scorso 6 febbraio, Papa Benedetto XVI ha ricordato don Giussani con queste parole: “Ho conosciuto la sua fede, la sua gioia, la sua forza e la ricchezza delle sue idee, la creatività della fede. È cresciuta una vera amicizia; così, tramite lui, ho conosciuto anche meglio la comunità di Comunione e Liberazione”.

Rivolgendosi a don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, ha detto: “Sono lieto che il successore sia con noi; che continua questa grande opera e ispira tante persone, tanti laici, donne e uomini, sacerdoti e laici, per collaborare alla diffusione del Vangelo, alla crescita del Regno di Dio”.



In una recente lettera agli iscritti alla Fraternità di CL, don Carrón ha scritto: “Affinché la nostra vita possa essere così cambiata, occorre la nostra disponibilità alla conversione, cioè alla sequela, secondo l’invito di don Giussani: ‘La sequela è il desiderio di rivivere l’esperienza della persona che ti ha provocato e ti provoca con la sua presenza nella vita della comunità, è il desiderio di partecipare alla vita di quella persona nella quale ti è portato qualcosa d’Altro, ed è questo Altro ciò cui sei devoto, ciò cui aspiri, cui vuoi aderire, dentro questo cammino’. Ricordando che ‘a nulla fuorché a Gesù il cristiano è attaccato’ (don Giussani), aiutiamoci a camminare dentro la memoria di Lui, obbedendo alla voce del Mistero che ci chiama attraverso quel grande testimone che è Benedetto XVI. Se ci risparmiassimo questo che è il lavoro della vita, mancheremmo al compito della testimonianza per cui il Signore ha suscitato il carisma del movimento nella Chiesa”.

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