La bufera politica non accenna a diminuire, anzi s'accentua: accuse e controaccuse, richieste di chiarimenti, trasparenza, Bankitalia, Europa (che dice sostanzialmente: "E' l'Italia che deve controllare cosa sia accaduto"), nazionalizzazioni invocate dalle associazioni consumatori e non solo.
Intanto, lontana dai riflettori, riunione questa mattina a Siena dei tre sostituti procuratori titolari dell'inchiesta su Banca Mps (Aldo Natalini, Antonino Anastasi e Giuseppe Grosso) che hanno ripreso il lavoro che da mesi li vede impegnati sui documenti sequestrati a Rocca Salimbeni il 9 maggio 2012. Basso profilo per il lavoro inquirente, e un cartello altamente sintomatico affisso all'ingresso della Procura senese a firma del procuratore Tito Salerno: "Si comunica che il procuratore della Repubblica e i sostituti procuratori non rilasceranno dichiarazioni in relazione alle indagini in corso sulla vicenda Banca Mps".
E su cosa lavorano gli inquirenti esattamente è la domanda che tiene sospesa non solo Siena, ma buona parte della comunità nazionale e non solo. Impegnati nell'inchiesta su Antonveneta e sui diversi filoni che si stanno aprendo, i giudici passano al setaccio tutti i verbali del Consiglio di amministrazione di Banca Monte dei Paschi, dal 2007 a marzo 2012. Sono quelle, le carte che dovrebbero, oltre a quelle sequestrate il 9 maggio scorso, che dovrebbero dare risposta e forse conferma alle ipotesi accusatorie avanzate nei confronti deel vecchio apice della Banca, fra cui il primo, Giuseppe Mussari. si ritiene che ci sia la possibilità che Mussari sia già iscritto nel registro degli indagati, anche se la notizia non è confermata. Con lui, potrebbero esserlo l'ex dg Antonio Vigni e i tre componenti del Collegio dei sindacale Tommaso Di Tanno, Leonardo Pizzichi e Pietro Fabbretti. Scopo dell'indagine, appurare come il Monte reperì le risorse necessarie all'acquisizione di Antonveneta; inoltre, se sia occorsa 'manipolazione' dei mercati e anche mancate, o false, comunicazioni agli organi di vigilanza. Il "mix" è stato completato da alcuni giorni con la vicenda sui derivati, in particolare per quanto riguarda le operazioni Santorini e Alexandria. E, fra le questioni che più stano a cuore alla pubblica opinione non solo senese, se siano circolate tangenti. Inoltre, Siena potrebbe essere interessata allo svolgimento di altre due inchieste: una milanese, sempre su Alexandria, l'altra fiorentina, dove Luca Turco e Giuseppina Mione indagano sulla gestione del Credito Cooperativo Fiorentino (filone dell'inchiesta Grandi Eventi).
Intanto, la vita poltica a Siena non può conoscere soste; il momento è delicatissimo, in quanto le elezioni comunali di maggio avranno risvolti pesanti proprio sulla Fondazione che, a luglio, dovrà rinnovare i propri vertici: le nomine di 13 consiglieri su 16, infatti, vengono proprio da Comune e Provincia. E la Fondazione è ancora il socio di maggioranza della Banca