Tre giorni di presidio davanti al nuovo ingresso di Careggi per sollecitare il personale dell'ospedale e la cittadinanza sul "caso" del nuovo orario degli infermieri turnisti. A loro sostegno anche i sindacati Fials, Uil, Cobas e USI , ed è proprio una rappresentante sindacale, Maria Grazia Rizza, Segretario Aziendale Fials che ci chiarisce alcuni aspetti del problema. 5 mesi fa è stato presentato dalla direzione ed applicato, un nuovo orario degli infermieri, che secondo i lavoratori, lede alcuni punti del contratto nazionale di lavoro.
Soprattutto, la proposta nega Il diritto al riposo settimanale, che deve essere fruito al massimo ogni sette giorni. Con il nuovo turno, si arriverebbe a farlo ogni 10 giorni in alcuni periodi dell'anno. Il nuovo orario renderebbe critica anche la fruizione dei gironi di ferie: sarebbero non a scelta dei dipendenti in base alle esigenze lavorative e personali, ma tutte e 36 le gionate di ferie verrebbero stabilite di ufficio dall'Azienda. Due diritti del contratto nazionale lesi, ma non solo: con la nuova organizzazione del lavoro si creerebbe una grossa discriminazione tra i lavoratori. Questo perché all'interno dello stesso reparto, chi fa il turno diurno ha diritto a riposi regolari e alla scelta delle ferie, chi fa i turni è invece obbligato a farli su disposizione dell'Azienda.
Ci sono state diverse trattative, da parte dell'Azienda sono state portate motivazioni che sono state criticate dai lavoratori, ma l'Azienda ha perseverato nel suo programma. I sindacati promotori dell'agitazione, criticano inoltre l'azienda quando afferma che gli infermieri turnisti vogliono mantenere il privilegio di fare 33 ore la settimana. Al contrario sostengono i lavoratori, i turnisti in realtà hanno 65mila ore di straordinario già fatte e senza possibilità di recupero, che non sono state pagate, non senza evidenziare che coloro che fanno il turno giornaliero ne avanzano altrettante. Gli infermieri turnisti a Careggi sono circa 1200 e diversi tra loro vantano un credito di oltre 300 ore. Si critica l'indifferenza da parte dell'Amministrazione e della dirigenza anche infermieristica, perchè il problema delle ore in credito c'è da anni, mentre
il personale è stato informato di questa realtà circa un mese fa, nel momento in cui gli stessi dipendenti ne hanno chiesto il resoconto. 65mila ore di credito orario sono un'enormità: come farà l'amministrazione a restituirle, si domandano i lavoratori che non accettano siano "congelate", come intende fare l'Azienda, e propongono di scalarle dal nuovo eventuale credito orario.
Questi motivi che hanno indotto le organizzazioni sindacali Fials, Uil, Cobas e USI a ritirasi dalle trattative e ad organizzare iniziative che, almeno in parte, hanno l'obiettivo di rallentare il processo di cambiamento dell'organizzazione del lavoro. A complicare la situazione, dal primo gennaio, alcune responsabili infermieristiche, hanno provveduto a mettere in atto il nuovo turno, e questo ha generato ulteriore disomogeneità nella gestione del sistema Careggi.
Tra i manifestanti di queste tre giornate di protesta, non manca neppure la polemica con CGIL e Cisl, che invece continuano la trattativa con l'Azienda.
Francesca Romano, dei Cobas di Careggi, sottolinea come sia per il personale infermieristico che per quello addetto all'assistenza, il nuovo orario sia talmente massacrante da far temere per il paziente. Il malato rischia di non essere assistito in modo corretto se non si è lucidi, vigili e se prevale la stanchezza. Dover lavorare in condizioni di rischio -sostiene la sindacalista- comporta solo un peggioramento dell'assistenza.
Lo stato di agitazione va avanti da diversi giorni: c'è già stato uno sciopero il 12 gennaio, e stamani i lavoratori sono stati in Prefettura per la conciliazione, anche se questa non ha avuto gli esiti sperati. Il mese prossimo è previsto un nuovo sciopero.