Record di discesa nell’abisso: gli Speleo Mannari ci riprovano

Minucciano (Lucca) – Ci riprovano tra il 5 e l’8 dicembre, gli Speleo Mannari insieme a Luca Pedrali e Nadia Bocchi, a battere il record italiano di discesa nell’abisso, raggiungendo i meno 1350 metri del sifone finale dell’abisso Paolo Roversi, sulle Alpi Apuane, nell’alta Toscana, nel comune di Minucciano.

Quando, fra il 10 e il 12 ottobre, si sono calati per la prima volta, armando completamente la grotta tranne nella parte finale, gli speleo Mannari insieme agli speleo sub di fama nazionale Luca Pedrali e Nadia Bocchi sono potuti arrivare “soltanto” fino a meno 1190 metri, perché il maltempo che si è abbattuto pesante su Genova e sulla costa Tirrenica ha impedito loro di procedere in sicurezza.

“Ci siamo fermati a meno 1000 per decidere il da farsi – ricordano Luca e Nadia, bresciani, che nella vita e nella speleologia sono una coppia ben rodata – e deciso di tornare al campo base a meno 800, perché il rischio era alto. L’acqua nei meandri era aumentata molto velocemente e pioveva addirittura sopra la tenda nonostante fosse posizionata a 30 metri dalla cascata.

“Non si tratta – aggiunge Riccardo ‘Zairo’ Nucciotti, fondatore versiliese del gruppo Speleo Mannari – di una grotta facile: è impegnativa a causa di pozzi e strettoie. Ma senza l’appesantimento dei materiali saremo più leggeri e ci muoveremo meglio e più in fretta, ed arriveremo fino in fondo”.

Ecco le tappe della discesa nell’abisso.
La prima squadra entra venerdì 5 dicembre e allestisce un campo base a meno 1000 metri di profondità, poi si riposa e inizia ad armare la grotta fino al sifone. Questa squadra è composta da Fabio Bollini (Repubblica di San Marino), Thomas Pasquini, (Lucca), Giammarco Innocenti (Lucca), Matteo Ingrassia (Piemonte), Stefano Calleris (Piemonte).
La seconda squadra entra la mattina presto di sabato 6 dicembre e allestisce un campo a meno 800 metri che deve ospitare anche la terza squadra, per poi raggiunge i meno 1000 e aiutare il passaggio del materiale subacqueo. Questa squadra è composta da Mauro Regolini (Trentino Alto Adige), Filippo Felici (Friuli Venezia Giulia), Sandro Sorzè (Friuli Venezia Giulia), Rubens Martino (Camapania), Jorge Del Campo Adeva (Spagna).
La terza squadra varca l’ingresso dell’abisso Paolo Roversi sabato 6 dicembre pomeriggio e raggiunge il campo a meno 800 metri per riposarsi e poi scendere domenica 7 fino al sifone per l’immersione. È in questa squadra che ci sono gli speleosub Luca Pedrali e Nadia Bocchi, accompagnati dagli speleo Pascal Vacca (Toscana), Floriano Martinaglia (Svizzera), Ivano Predari (Lombardia), Riccardo ‘Zairo’ Nucciotti (Viareggio), Filippo Dobrilla (Firenze).

La riemersione in superficie è prevista lunedì 8 dicembre nel primo pomeriggio. L’immersione di Luca Pedrali nel sifone, invece, per domenica. “Avrò un’autonomia – spiega Luca – di un’ora al massimo in acqua. Poi, se la grotta prosegue oltre il sifone, una volta uscito lascerei le bombole per proseguire e filmare da solo l’esplorazione. Se il sifone comunicasse con un altro abisso che si trova circa a 50 metri di distanza, chiamato Chimera, si tratterebbe della prima giunzione al mondo, oltre mille metri, di due grotte”.

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