Firenze – Le occupazioni di case non sono tutte uguali. Se lo sono nel principio, sono poi le singole vicende a dettarne il senso, le dinamiche, e a renderle diverse le une dalle altre. Ma sono anche gli occupanti a fare la differenza, lo sono le reazioni, le conseguenze, le misure e le contromisure. Le case stesse. Che quella dell’emergenza abitativa fosse la bomba sociale del momento era già stato annunciato da più campane, eppure lo spazio concesso dai media, nelle ultime settimane, ai casi di Milano e Roma, conferma che l’allarme occupazioni è ancora aldiquà dall’esplodere.
Se ne sente l’odore, e sa di deflagrazione, perché se nel tempo si sono moltiplicati i casi di appropriazione di alloggi popolari sfitti o in via di ristrutturazione, è solo dell’ultima ora il crescendo di episodi che riguardano alloggi popolari regolarmente abitati da inquilini aventi diritto. Prima o poi sarebbe successo anche a Firenze. È accaduto alle Piagge, dove la famiglia Hassan – emigrata dall’Iraq al tempo della seconda guerra del Golfo e assegnataria di un appartamento in Via Liguria – ha lasciato l’Italia per un breve periodo, lo scorso luglio, e dopo pochi giorni è stata avvisata della fulminea occupazione della propria casa. Viaggetto di piacere? Macché, il Signor Hassan ha due figli affetti da una gravissima patologia, che ha deciso di curare in Belgio. È stato il responsabile del Centro Autogestioni del quartiere a chiamarlo per dargli la notizia dello sloggiamento forzato. È bastata una soffiata di qualcuno ben informato a far entrare, previo sfondamento della porta, una famiglia italo-egiziana (con bimba piccola e moglie rigorosamente in dolce attesa) che adesso, manco a dirlo, a tutto pensa meno che a lasciare le quattro, popolari, mura.
E il Signor Hassan? Precipitatosi a Firenze, senza più una casa ad accoglierlo e senza potere alcunché, è stato accolto dal “procedurale iter burocratico” del caso. Ha chiamato la Polizia Municipale, che l’ha sterzato ai Carabinieri i quali – “preso atto della cosa” – l’hanno segnalata al Comune di Firenze, che ha attivato una procedura di sfratto. Tanti auguri Signor Hassan! “Una situazione grottesca”, ha commentato Laura Grandi, segretaria generale del Sunia della Provincia di Firenze. Più che grottesca si direbbe kafkiana. In una bolla di surrealtà, Hassan ha dovuto addirittura chiedere alle forze dell’ordine il permesso di entrare “un attimo in casa sua” per prendere i presidi medici dei figli, per poi ritornare di corsa a Bruxelles al fianco della moglie nell’estenuante valzer di turni d’ospedale. Il tutto in attesa “che le istituzioni gli rendano giustizia di un bene e di un diritto rubato”. Gli occupanti, nel frattempo, sono lì. Dopo aver declinato la cortese offerta del Comune di trasferirsi in un centro d’accoglienza, la scorsa settimana hanno giustamente provveduto a dotarsi di energia elettrica a scrocco dei condomini. Pizzicati dalle telecamere istallate dal comitato Autogestioni, pare che al momento non siano ancora riusciti nell’intento. I vicini non sono infatti rimasti a guardare passivamente. Avvertita la Polis, società del Sunia che aiuta i condomini a gestire le spese condominiali e avvertito il Sunia stesso, sono riusciti a consegnare il cd con le registrazioni dello scippo d’elettricità ai Carabinieri, i quali “hanno provveduto di nuovo a identificare la famiglia e sono andati via”. Sì, sono andati via.
Non si può far niente, la procedura da seguire è stata seguita. “Se rubo una macchina – ha detto Simone Porzio, segretario generale del Sunia Toscana – e mi fermano, io vengo arrestato e la macchina sequestrata immediatamente. Commetto un furto. Qui si parla di un furto d’appartamento, né più né meno, ma questo non avviene. Ci sono bambini, una donna incinta, ma non si può continuare a legittimare tutto con il sociale, altrimenti si andrà sempre più a finire in situazioni ingovernabili come questa”. La situazione è a incandescenza lavica e la paura è che Firenze diventi come Milano. Certo, il precedente è solo uno “ma se si inizia a occupare case già occupate diventa una guerra”. In croce le istituzioni. “Inutile che il sindaco venga qui a guardare i fiorellini o il marciapiedino da rifare. Il silenzio assordante della politica è stato fino ad oggi scandaloso. Il Sunia, le autogestioni, gli inquilini onesti delle case popolari stanno facendo la loro parte. Che la politica li ascolti, invece di scendere a compromessi con chi alimenta questa illegalità facendosi scuso con il disagio delle famiglie”. Attivati carabinieri, polizia municipale, polizia di stato, Casa SpA, Comune di Firenze, tutto quello che, al momento, non resta che sperare, è che il giudice si sbrighi a dare titolo esecutivo allo sfratto, restituendo la casa alla famiglia Hassan, che forse non sarà del tutto d’accordo a sentirsi parte di una “guerra fra poveri”. I poveri, una dignità, ce l’hanno.