Firenze – Non tramonta il mito di Alfredo Martini scomparso nell’agosto scorso all’età di 93 anni. Il suo nome continua ad essere al centro di tanti eventi grazie alla popolarità di questo indimenticabile personaggio. Martini è stato un ottimo professionista al tempi di Coppi e Bartali (10 volte tra i primi dieci ai Giri d’Italia); quindi direttore sportivo delle società toscane professionisti prima della Ferretti di Capannoli Pisa (con lo svedese Gosta Pettersson vinse il Giro d’Italia del 1971); poi della Sammontana Empoli. Successivamente, e per 23 anni, commissario tecnico della nazionale. In questa veste ha conquistato sei titoli mondiali (2 con Bugno, Moser, Argentin, Saronni e Fondriest); sette medaglie d’argento e sette di bronzo. Infine responsabile del settore tecnico nazionale; uomo immagine del ciclismo italiano e presidente onorario della Federazione ciclistica italiana.
Lunedì 15 dicembre nel salone del Coni a Roma il presidente Giovanni Malagò gli assegnerà alla memoria il “Collare d’oro”, che è la maggiore onorificenza sportiva in Italia. Alla cerimonia sarà presente anche il capo del governo Matteo Renzi. Intanto domenica prossima 23 novembre nei tradizionali riconoscimenti che saranno consegnati al Convento Santa Lucia alla Castellina (Firenze) anche uno nuovo dedicato proprio ad Alfredo Martini e lo riceverà Mario Cipollini (il Premio “Coraggio ed avanti” invece andrà all’emergente corridore sardo Fabio Aru).
Il giorno successivo, a Pontenuovo di Calenzano, in occasione della consegna del “Giglio d’oro” al vincitore del Tour Vincenzo Nibali, le figlie di Martini, Silvia e Milvia, ritireranno l’ambito “Premio Gino Bartali” dedicato alla memoria del loro papà.
Nibali, concluse le premiazioni, da Pontenuovo di Calenzano si porterà a Montecatini Terme per unirsi ai compagni dell’Astana. La squadra del vincitore del Giro di Francia resterà in ritiro quattro giorni nella città termale toscana.
———————————-