Carrara (Massa-Carrara) – I Vigili del Fuoco e gli operatori del Consorzio di Bonifica continuano a lavorare senza sosta per liberare Marina di Carrara dal fango che l’ha invasa dopo l’esondazione del fiume Carrione del 5 novembre.
Nella giornata di ieri, giovedì 6 novembre, le idrovore avevano impiegato poco meno di quattro ore a pompare via l’acqua rimasta ferma nella zona di Marina Vecchia, la parte più bassa dell’abitato di Marina di Carrara. Rimosse le acque, era stata ripristinata la fornitura di energia elettrica. Enel, infatti, aveva dovuto “staccare la spina” per evitare che il contatto fra gli impianti elettrici ed il fango potesse causare pericoli per le persone. Circa 5.000 persone, fra Carrara ed Avenza, sono tornate ad avere la luce nelle loro abitazioni. Restano comunque circa 1.600 case che hanno subito danni e nelle quali le idrovore lavorano per la rimozione del fango.
Alcuni cittadini, in segno di protesta, hanno imbandito un tavolo proprio in mezzo al fango. Riservato, questo tavolo. Riservato al sindaco, Angelo Zubbani, ritenuto da alcuni responsabile del disastro del Carrione. Portata principale, appunto, acqua del Carrione. E gli autori del singolare allestimento si sono già dati appuntamento – via Facebook – per un sit-in di protesta sotto il Comune alle 11.00 di sabato 8 novembre.
Sciacalli e angeli del fango
E mentre c’è chi protesta, c’è anche chi chiede aiuto. Innanzitutto, è possibile effettuare donazioni a favore degli alluvionati di Carrara su di un conto corrente che il Comune ha attivato presso la Cassa di Risparmio di Carrara (CC n. 82197280 100, IBAN : IT52S0611024500000082197280). Ma se molti doneranno, certamente, qualcosa, Marina di Carrara non potrà sicuramente farcela senza aiuto. Per questoi tanti volontari scesi in strada per liberare la città dalla melma hanno fatto appello agli “angeli del fango”. Alle 8.30 di sabato 8 e domenica 9 novembre è previsto un ritrovo al centro Carrarafiere di Marina di Carrara. Qui verrà distribuito il materiale per spalare il fango e verranno organizzare squadre per la pulizia della città. Ma se c’è chi, nella solidarietà, trova la forza nella speranza, c’è anche chi, nella tragedia, cerca di ricavare un vantaggio. La polizia ha infatti arrestato oggi due sciacalli che stavano rubando nell’abitazione di una famiglia alluvionata mentre questa puliva la strada dal fango. I due ladri, un ventiduenne ed un ventisettenne di origini marocchine, sono stati arrestati dalle forze dell’ordine e la refurtiva è stata restituita ai legittimi proprietari.
Il lento ritorno alla normalità
Il pubblico ministero della Procura di Massa-Carrara incaricato del processo per l’esondazione del Carrione ha disposto il sequestro dei 114 metri di argine che hanno ceduto. Si attende la consulenza di un tecnico che verrà nominato dallo stesso magistrato e, nel frattempo, l’argine è stato ricostruito con i blocchi di marmo trascinati nel letto del fiume dalla furia delle acque. A due giorni di distanza dall’alluvione, si è continuato a lavorare senza sosta a Marina Vecchia. La fognatura riceve poco, quindi è stata utilizzata un’idrovora mobile del Consorzio di Bonifica e buona parte delle strade sono state liberate dalla melma. Il presidente del Consorzio, Ismaele Ridolfi, ha anche incontrato il capo dell’unità di missione contro il dissesto idrogeologico del Governo, Erasmo D’Angelis, per chiedere finanziamenti capaci di coprire le spese per il ripristino del reticolo idraulico colpito dall’alluvione. “D’accordo con D’Angelis – ha spiegato Ridolfi – presenteremo il piano dettagliato degli interventi da effettuare al Governo”. Il livello dei canali sta pian piano tornando alla normalità e l’acqua defluisce in sicurezza. Il mare riceve, ma si continuano a tenere sotto controllo anche fossi e fiumi. Un sopralluogo è stato effettuato sui fiumi Ricortola e Frigido. Non sono esclusi, a breve, interventi per la ripulitura del letto di questi corsi d’acqua, nonché di consolidamento degli argini messi a dura prova dall’ondata di piena del 5 novembre.
Edificazione incontrollata: la denuncia di Legambiente
Davvero tutto questo non poteva essere evitato? Davvero si è trattato soltanto di un evento eccezionale? Il maltempo degli scorsi giorni, certo, non è cosa ordinaria. Eppure secondo Legambiente il disastro di Carrara è anche frutto della mano dell’uomo. “Subiamo angosciati e impotenti la devastazione del nostro territorio”, ha scritto l’associazione ambientalista in un comunicato. Si pensa che, una volta messo in sicurezza il territorio, si possa costruire quanto e dove si vuole, senza pensare alle conseguenze. Legambiente Carrara denuncia che a Villa Ceci sono già state previste 1.400 nuove abitazioni, mentre a Battilana sorgeranno capannoni al posto dei campi attuali e ad Anderlino, lungo l’Aurelia, verrà tirata su una zona industriale. Se si continuerà a costruitre senza pensare al futuro, il territorio andrà incontro, secondo l’associazione ambientalista, a sempre peggiori disastri. E allora la ricetta giusta è quella di fermare l’edificazione incontrollata e di mettere in sicurezza un reticolo idrico da tempo in stato di disagio. Anche la costruzione del nuovo argine del Carrione è stata l’occasione per nuove costruzioni, anziché per la messa in sicurezza della zona di Avenza. Per Legambiente, più che costruire muri di cemento (come, ad esempio, è accaduto ad Aulla dopo l’alluvione del 2011), servirebbe di restituire alla natura un po’ del suo spazio. L’ideale sarebbe dimuovere le costruzioni in nome di casse di espansione e di punti di deflusso delocalizzato delle acque. In sostanza, è necessario, secondo l’associazione ambientalista, restituire spazio ai fiumi.