Pisa – Nella giornata di mercoledì 29 ottobre Giacomo De Nuccio, 25 anni, si è laureato a Pisa con una tesi dal titolo “Il male immaginato: fenomenologia e fascino del male nella Gerusalemme Liberata“. Come già un suo compagno di studi (Giacomo Razzauti) qualche mese fa, Giacomo si è laureato nonostante sia affetto dalla Sindrome “X fragile”. Originario di Gallarate, è stato seguito nel suo percorso accademico in Lettere moderne dal professor Sergio Zatti ed ha conseguito il titolo con il massimo dei voti.
Alla discussione della sua Tesi erano presenti anche il professor Paolo Mancarella, delegato del rettore per la disabilità, la dottoressa Federica Gorrasi, responsabile dell’USID, l’Unità di servizi per l’integrazione degli studenti con disabilità, e altri collaboratori dell’ufficio, che hanno accompagnato Giacomo lungo tutto il suo percorso universitario.
Giacomo si è trasferito a Pisa con i suoi genitori alcuni anni fa, appositamente per frequentare l’università: lo studente era infatti a conoscenza della storia di Luca Razzauti, un ragazzo come lui affetto dalla Sindrome “X fragile”, una patologia che conferisce tratti autistici con relativa difficoltà comunicativa, ma che stava frequentando i corsi universitari con grande successo. Grazie all’USID, anche Giacomo ha potuto seguire il suo percorso coadiuvato da tutor che lo hanno affiancato durante le attività didattiche, e ha potuto sostenere gli esami in forma scritta utilizzando la “Comunicazione Facilitata Alfabetica” (CFA).
“Riprovo oggi le sensazioni e le emozioni che ho provato nel luglio scorso in occasione della laurea di Luca – ha dichiarato Paolo Mancarella – Anche Giacomo ci dimostra che con la forza di volontà si superano barriere che sembrano invalicabili e mi auguro che tanti ragazzi e ragazze ne traggano insegnamento per affrontare con la stessa forza gli inevitabili momenti di difficoltà che incontrano nel loro percorso di studio e di vita. Giacomo, poi, proviene da Gallarate, la città in cui sono nato e ho frequentato le scuole medie e superiori, per poi approdare come lui a Pisa per frequentare l’Università: un piccolo particolare che, in qualche modo, aggiunge un sapore speciale a questa splendida giornata. Anche in questa occasione desidero ringraziare tutto lo staff dell’USID e gli studenti tutor che hanno accompagnato Giacomo e che oggi condividono con lui, con la sua famiglia e con tutti noi una grande gioia”.
Così racconta Giacomo della sua esperienza all’Università di Pisa: «Quando un foglio di carta con firme e bolli ha attestato le mie capacità e mi ha concesso la libertà di continuare la mia strada chiudendo una parentesi difficile durata 18 anni, fra tanti dubbi e un’unica certezza (desideravo con tutto me stesso continuare gli studi), sono approdato a Pisa. Una condizione genetica non è cosa che muti nel tempo e certo non dev’essere stato semplice per i miei docenti universitari “decodificare” il mio linguaggio fatto di “borbottii” per selezionare i rumori che impediscono l’ascolto, di dita nelle orecchie per modulare i suoni in entrata e rendere comprensibili le singole parole, di osservazioni dalla finestra non come sintomo di distrazione ma come mezzo di concentrazione, di fughe strategiche per contenere le emozioni… eppure nessuno di loro ha rinunciato al rischio della delusione, finalmente attenti compagni di viaggio e non semplici spettatori della mia diversità. L’imprevedibilità degli eventi, che sempre fa capolino dalle pieghe dell’esistenza e ci spaventa cogliendoci di sorpresa, può trasformarsi in opportunità se ci apriamo al rischio della scelta. Parlo per me che ho scelto di lasciare la mia casa, la mia città, i miei fratelli, le mie abitudini, tanto importanti per me, per inseguire un sogno e parlo anche per i miei docenti che, scegliendo la via della fiducia, mi hanno nutrito con naturalezza della loro competenza, volti amabili e sorridenti che, insieme alla mia famiglia e ad alcuni amici, mi hanno aiutato a trasformare un sogno in una appagante realtà. A tutti il mio caloroso grazie».