L’obiettivo degli specialisti del settore è ambizioso: portare l’aderenza di una terapia nel campo dell’osteoporosi – cioè il suo grado di responsività alla patologia – dall’attuale 50% fino all’80%, studiando un algoritmo in grado di fornire al medico un percorso diagnostico terapeutico personalizzato nella lotta all’osteoporosi. Ė una delle finalità del convegno nazionale organizzato sotto l’egida di ASON (Associazione Specialisti Osteoarticolari Nazionale), che si chiude oggi al Palazzo dei Congressi di Firenze e che per due giorni ha riunito i maggiori esperti nel campo delle patologie osteoarticolari.
A porre l’accento sulla necessità di migliorare l’aderenza terapeutica in questo settore è la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui oggi il livello medio a livello globale è del 50%, mentre per avere una reale efficacia di prevenzione delle fratture questa deve essere almeno all’80%. Il primo passo verso questa sfida terapeutica all’osteoporosi consiste nella condivisione di una scheda per monitorare nel tempo il paziente e migliorare la sua aderenza alla terapia attraverso controlli clinici programmati, insieme all’esecuzione periodica di alcuni esami di laboratorio e strumentali.
Un ulteriore argomento discusso è stata la definizione di un algoritmo diagnostico e terapeutico nel dolore osteoarticolare cronico benigno. L’algoritmo potrà facilitare il medico verso una diagnosi più specifica della tipologia del dolore cronico (infiammatorio, neuropatico, misto, ecc…) considerato che spesso proprio il dolore neuropatico non viene diagnosticato né trattato correttamente. Al riguardo, il convegno ha ricordato come la legge 38 sull’utilizzo degli oppiacei, presidio molto efficace per il controllo del dolore osteoarticolare cronico – introdotta in Italia nel 2010 e riconosciuta in questo campo come la più completa ed innovativa in Europa – viene purtroppo poco applicata come dimostra il basso consumo in Italia di oppioidi. L’appuntamento fiorentino è servito anche per discutere dell’attualità delle linee guida dell’OMS su questo tema. “Le linee guida sono attualmente in fase di rivisitazione – spiega Sergio Gigliotti, segretario organizzativo di ASON – poiché al classico schema a piramide di successione farmacologica basata sulla sola intensità del dolore si preferisce oggi un approccio multifarmacologico che tenga conto sia della fase che della tipologia del dolore”.
Le malattie reumatiche e osteoarticolari rappresentano infatti ancora la condizione cronica più diffusa nella popolazione italiana: secondo quanto emerge dall’Indagine Multiscopo Istat, artrite e artrosi colpiscono il 17,3% della popolazione e l’osteoporosi il 7,3%. Tra il 25% e il 50% degli ultrasessantacinquenni soffre di dolore, con gravi ripercussioni fisiologiche e psicologiche anche sull’ambiente familiare. Secondo l’Osservatorio Sanità e Salute circa 23 milioni di giornate di lavoro vengono perse annualmente in Italia per le tre malattie reumatiche invalidanti più diffuse – artrite reumatoide, artrite psoriasica e spondilite anchilosante – che da sole influiscono per 4 miliardi di euro sulla spesa annuale di assistenza socio-sanitaria, quasi la metà dei quali sono imputabili alla perdita di produttività dei 287.000 lavoratori colpiti.
ASON è un’associazione di specialisti ortopedici, fisiatri e reumatologi ambulatoriali che nasce nel 2005. Giuseppe Santè, Presidente di ASON, spiega : “Nella due giorni di Firenze abbiamo cercato non solo di aggiornare le conoscenze tecniche in campo scientifico, ma anche di trasmettere lo spirito di questa associazione, che è quello di un lavoro paritario per una crescita comune di tutti gli associati”.