Firenze – Ressa agli ingressi, tremila persone che si affannano per avere la loro parte all’appuntamento epocale della Leopolda di governo, polizia e carabinieri che sorvegliano e stringono il cordone della sicurezza, il ministro Boschi che arriva, prima fra i “big”, il caso della “sosia”: c’è tutto per fare di questo quinto appuntamento dell’ormai premier Matteo Renzi, l’appuntamento con il suo popolo di compagni, simpatizzanti e amici, un altro grande evento da cu, promette lui, “si uscirà con la lista delle cose da fare”. Per far cosa? Cambiare l’Italia.
Così, sotto l’ombra delle tute blu che marciano a Roma (quanti saranno? Un milione? Mezzo milione? Qualche migliaio? Ma poi importa davvero?) si apre il Grande Evento, che ieri sera ha avuto due parole d’ordine: da un lato, stop ai gufi, dall’altro il “paese scalabile”. Una definizione che il premier usa per riferirsi al “Paese chiuso” in particolare ai giovani e alla possibilità, afferrata nel 2011 dopo appunto la Leopolda d’epoca, di abbattere i muri. Riproposizione icastica, il video della ragazza che cerca di proporre un progetto a un signore che la fa rimbalzare. Platea stregata da “Matteo”, fischi all’indirizzo di Civati che appare sul video, clemenza renziana: “Il Pd è sempre casa sua”. Poi la tirata contro i “gufi” vale a dire gli impedimenti del “vecchio” contro “i giovani”. Quasi profetico: “A noi è dato il compito di restituire l’Italia al futuro”. La folla della gente “diversa, che non ha le bandiere del Pd, la nostra gente” s’infiamma. E stamattina, si riparte con la discussione dei “100 tavoli”.