Prato – Il Tc Prato si apprestava stamattina al terzo turno casalingo del Campionato di tennis Serie A 1 in vetta alla classifica e a punteggio pieno, ma l’incontro con il Castellazzo (località vicina a Parma) presentava qualche incognita e appariva sulla carta non facile. Il Castellazzo poteva infatti aggiudicarsi potenzialmente due punti con la Gatto Monticone, attualmente decima giocatrice nazionale (un singolo e il doppio), mentre un terzo punto, e con esso la vittoria, poteva essere magari raccattato per strada con l’aiuto della dea bendata.
Tanto più che alle 9.30 la capitana allenatrice di Prato Carla Mel annunciava che nell’organico pratese erano oggi indisponibili ben tre giocatrici: Trevisan e Kucova per infortunio e Dentoni impegnata in una finale 10 mila in Sardegna, vale a dire tre delle quattro giocatrici pratesi di punta (senza contare Sanesi e Simonelli). Così non è stato e la vittoria di Prato è stata più netta del previsto e via via mai in discussione. Piccola premessa meteorologica: ancora alle dieci la nebbia inaspettata era in diradamento, ma il sole non era spuntato e faceva anche freddino; poi alle undici e trenta, come sempre in questi giorni, si sentiva il bisogno della crema solare e le signore procedevano a un rapido spogliarello.
Prime a scendere in campo in contemporanea per Prato Lucrezia Stefanini, classe 1998, ribattezzata Lukrezia per la disinvolta crudeltà con cui infierisce sulle avversarie, e Giulia Peoni su cui farò un discorsetto a parte: erano opposte rispettivamente alle Castellazzesi Chiara Govoni e Valentina Sassi. Una rapida occhiata alle prime fasi del match dimostrava subito che Lukrezia, che aveva l’onore del centrale pratese, poteva agevolmente dare alla sua squadra il primo punto. Portava a casa il primo set per 6/4 (e poteva finire anche prima); e la Govoni crollava nel secondo che cedeva con il punteggio di 6/1. Pur ancora relativamente giovane la Govoni fa la maestra di tennis e si vede: colpi eleganti e corretti con speciale menzione per il servizio. Ma la parmense era incapace di arginare la pressione da fondo della giovanissima avversaria. Lukrezia, che già aveva bene impressionato ai giovanili primaverili, ha fatto nel frattempo parecchi progressi soprattutto in termini di potenza.
Dai suoi due fondamentali bimani partono ora delle schegge spesso imprendibili e ancora più letali quando può tirarle in avanzamento. E più carico è ora il servizio. Questa bella realtà toscana, dunque solo sedicenne, ha anche l’aria di essere la junior più duttile tatticamente, e sa anche cambiare ritmo e tipo di gioco all’occorrenza. Dal canto suo Giulia Peoni di anni ne ha solo quattordici essendo nata nel 2000. Schierata per emergenza come si è detto, ha fatto un figurone contro un’avversaria trentaquattrenne ma dal passato glorioso. La loro è stata senza alcun dubbio la partita più emozionante e anche oserei dire più tecnica della giornata.
Anche Valentina Sassi merita un’anamnesi: una decina di anni fa iniziò alla chetichella un’ascesa strabiliante nel ranking WTA riuscendo a diventare una delle migliori italiane della sua generazione. Poi il declino, poi il ritiro, poi il ripensamento. Anche lei toscana ma transfuga: anzi ha militato proprio nel Prato anni fa ed era quindi una ex. Una under 14 per quanto promettente come Giulia Peoni pochi l’hanno vista giocare a parte allenatori e genitori stessi dei giocatori, e perciò il sottoscritto se la trovava davanti per la prima volta dopo un gran battage. Peoni, che due anni fa ha vinto la Lambertenghi, fa parte della nidiata oltremodo nutrita e talentuosa delle nate italiane nel 2000. Il suo palmarés junior è ragguardevole e si vede.
Oggi però non le si davano ovviamente molte chance contro una giocatrice appunto navigata come Valentina Sassi. Viceversa l’incontro è stato subito tirato e combattuto senza che l’una o l’altra prevalesse, con la più giovane quattordicenne che teneva il campo con punti anche spettacolari e vincenti in qualche caso entusiasmanti. Di un pelo prevaleva nel primo set la Sassi 6/4, ma nel secondo Peoni si portava avanti rapidamente e si aggiudicava la frazione per 6/2. Erano in molti a dare per spacciata a questo punto la Sassi, che pareva accusare la fatica dopo ormai un’ora e mezza di gioco, mentre se possibile la Peoni saliva ancora di tono. Ma con una reazione di orgoglio la Sassi era capace di issarsi sino a 4-1 a favore ed avere dunque il match a portata di mano: qui la Peoni, dimenticando di avere solo 14 anni, sfoderava di nuovo le unghie e risaliva sino a 4 pari, e avendo ancora subìto il 5-5 chiudeva vincendo i due giochi successivi.
Sul 2 a zero Prato era solo possibile a Castellazzo il pareggio. Era appena ieri che la Camerin calcava i palcoscenici dei teatri alla Scala del tennis, mentre Giulia Gatto Monticone è tuttora in lizza per entrare nelle 200 o anche 150 WTA: questo per dire della levatura e della quotazione potenziale del match, che iniziato alle 12.30 circa aveva però pochissimi spettatori per la concomitanza di Fiorentina-Lazio. In realtà l’incontro ha detto pochissimo e non ha mantenuto fede alle promesse. Tenace e motivata come sempre la Came dominava una Gatto svogliata e remissiva. Solo poche battute del secondo e la Gatto si è ritirata per una contrattura alla coscia destra. Il doppio pomeridiano diventava pro forma, e lo vincevano Camerin-Stefanini contro Govoni-Tcherkes Zade. Vale la pena notare che quest’ultima, Isabella Tcherkes Zade, italianissima nonostante il nome esotico, ha anche lei solo 14 anni, e un gran bel gioco mancino.
Foto: Giulia Peoni