Firenze – Eliminare le liste bloccate. Gli sbarramenti differenziati devono scendere ad un’unica soglia del 3% sul modello della legge elettorale dei sindaci o del 3% per le liste non apparentate e del 5% di coalizione, seguendo l’esempio del sistema dell’Emilia Romagna.
Sono i contenuti della proposta di Daniela Lastri (Pd), coordinatrice del gruppo di lavoro per la riforma del sistema d’elezione del Consiglio regionale della Toscana. L’esponente democrat lamenta da un mese e mezzo la propria insoddisfazione per il compromesso trovato fra Pd e Forza Italia, per quanto riguarda la previsione di un listino bloccato facoltativo (fino a 3 candidati) e per le soglie d’accesso al riparto dei seggi dell’assemblea di via Cavour. Di fatto, un’analisi articolo per articolo della proposta di legge firmata da democratici e forzisti.
A finire sotto la lente di ingrandimento sono, specialmente, gli articoli 8 e 18. Il testo dell’articolo 8 istituisce le candidature regionali, quelle imposte senza preferenze. Una prescrizione che, ad avviso di Lastri, va “eliminata per ripristinare l’uguaglianza del voto e l’uguaglianza delle candidate e dei candidati tra loro”. Il fatto che tale misura sia facoltativa “non cambia nulla: la legge determinerebbe lo stesso una grave disuguaglianza del voto e tra i candidati e le candidate, poiché l’elettrice e l’elettore sono chiamati a esprimere preferenze che ‘soccombono’ di fronte alla prevalenza delle candidate e dei candidati della lista bloccata”.
Il corollario di questo ragionamento e che si danneggerebbe ulteriormente la libertà dell’elettore attraverso il meccanismo delle candidature multiple, introdotte dall’articolo 10 comma 2. Ciò “aggrava ancora di più la gia grave diseguaglianza, poiché consente candidature multiple, nelle liste circoscrizionali (con voto di preferenza) e nella lista bloccata regionale”