Firenze – E’ un morto che torna a galleggiare, quello che si intravede nelle preoccupazioni esternate dai sindacati e dai dipendenti comunali circa la sorte delle lettere di messa in mora ai lavoratori del Comune di Fi; questione che arriverà sul tavolo dell”incontro, insieme ad altri nodi, fra vertici amministrativi e Rsu comunali, previsto per il 22 del mese.
Le lettere in questione sono quelle spedite a un gruppo di dipendenti comunali in seguito alla contestazione degli accordi sindacali con la Pa sottoscritti dalle Rsu che, secondo la Corte dei Conti, hanno prodotto dei versamenti non dovuti nelle buste paga dei lavoratori del Comune a titolo di salari accessori, intendendo con ciò una vasta gamma di benefici che riguardano varie tipologie di prestazioni lavorative. Una vicenda che continua a trascinarsi, nonostante, come precisa il consigliere Tommaso Grassi capogruppo della sinistra che si trova all’opposizione della giunta di Palazzo Vecchio, e che ha presentato una interrogazione sul tema, una mozione votata a larga maggioranza in chiusura dello scorso mandato che “chiedeva alla giunta di difendere tutti gli accordi sindacali oggetto di rilievi da parte del Ministero e della Corte dei Conti, schierandosi al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici per evitare la restituzione di parte del salario accessorio percepito”.
Una “curiosità”, quella di sapere a che punto ci si trova nell’attuazione della mozione, che è condivisa dalle Rsu del Comune. Il timore, come sussurrato dalle voci preoccupate che passano fra i lavoratori, è che quelle somme siano state già iscritte a bilancio. Un’opportunità da far rizzare i capelli in testa, perché se questa ipotesi, che in molti tuttavia giudicano inverosimile, avesse un fondo di verità, sarebbe molto difficile interrompere, nonostante la buona volontà delle parti, il processo. In altre parole, sarebbe molto difficile evitare la restituzione di soldi dalle paghe dei lavoratori.