Roma – I finanziamenti del Fondo Miur e dei Fondi regionali in favore deglim Istituti tecnici superiori (ITS) saranno distribuiti per l”80% in base ai risultati scolastici raggiunti: il 70% in base al numero degli ammessi, il 10% in base alla premialità degli ITS. Conterà quindi soprattutto il livello di placement degli studenti.
La valutazione e il merito entrano negli ITS (Istituti Tecnici Superiori). Dal prossimo anno scolastico, informa la nota del Minstero Istruzione, Ricerca e UNiversità (Miur), per la prima volta saranno misurate l’efficienza e l’efficacia dei risultati e i fondi verranno distribuiti non più a pioggia, ma in base ai traguardi raggiunti. Una vera e propria rivoluzione nel settore dell’istruzione. Questo l’esito dell’accordo siglato ieri in Conferenza Unificata tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e le Regioni. Dal prossimo anno scolastico il fondo Miur e i fondi regionali che finanziano gli ITS verranno distribuiti in questo modo, precisa la nota: il 20% in relazione alla popolazione residente nella Regione di età compresa fra i 20 e i 34 anni; il 70% sulla base dei ragazzi ammessi al secondo anno e di quanti sono stati ammessi all’esame finale; per il 10% a titolo di premialità per quegli ITS che hanno ottenuto un punteggio pari o superiore a 70 secondo criteri che riguardano, fra l’altro, l’occupazione, il placement, dei diplomati a 6 e a 12 mesi dalla fine del corso. Più fai assumere più fondi prendi, insomma.
I numeri degli ITS
Gli Istituti Tecnici Superiori, che oggi raccolgono 5mila studenti, sono caratterizzati da una fortissima contaminazione tra scuola e lavoro, con il 50% delle docenze effettuate dal mondo della produzione e almeno il 30% delle ore in tirocinio attivo. Si tratta di corsi della durata di due anni che hanno appena terminato il primo biennio con ottimi risultati sul piano dell’occupazione: oltre il 60% dei diplomati ha già trovato lavoro, con alte percentuali di contratti a tempo indeterminato.