Roma – E’ questo in breve il profilo italiano degli spostamenti quotidiani registrati nel 2011 dal Censimento Istat della popolazione: sono fatti prevalentemente per motivi di lavoro (pendolarismo, 2/3 dei residenti ), soprattutto in macchina, sono più lunghi rispetto al passato decennio con un aumento degli spostamenti fuori dal proprio comune. Sono donne i pendolari che utilizzano di più i mezzi pubblici di trasporto (tram, treno, ecc). Solo il 3.3% dei pendolari si sposta in bicicletta. In Toscana, come in Lonmbardia, i pendolari si spostano soprattutto verso province diverse dalla dimora abituale.
Sono quasi 29 milioni (48,6% della popolazione residente) le persone che ogni giorno effettuano spostamenti per recarsi sul posto di lavoro o di studio, in dieci anni sono cresciute di circa 2,1 milioni. Circa due terzi dei residenti che quotidianamente si spostano lo fanno per motivi di lavoro, un terzo per raggiungere la scuola o l’università. Chi si muove per motivi di lavoro fa generalmente più strada rispetto agli studenti. Infatti, gli spostamenti all’interno della stessa provincia sono pari nel primo caso al 36,7% contro il 21,1% del secondo come pure gli spostamenti nella stessa regione, in altre regioni o all’estero. Cumulativamente, questi ultimi rappresentano il 9,4% degli spostamenti legati al lavoro e il 4,9% di quelli per studio. Gli studenti si muovono prevalentemente all’interno dello stesso comune (il 74% contro il 53,8% per motivi di lavoro). Per recarsi al lavoro o nel luogo di studio più di otto persone su dieci (84,2%) utilizzano un mezzo di trasporto. L’automobile resta la scelta più diffusa, la usa il 44,9% dei residenti come conducente e il 15,9% come passeggero. Soltanto il 13,4% opta per i trasporti pubblici (o privati) collettivi come treno, tram, metropolitana, corriera, il 3,5% ricorre ai mezzi a motore a due ruote (motocicletta, ciclomotore e scooter) e un altro 3,3% va in bicicletta. Sono alcuni dei dati definitivi del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, divulgati oggi da Istat nel rapporto statistico “Gli spostamenti quotidiani per motivi di studio o lavoro“.
Nel decennio 2001-2011, che intercorre tra l’ultimo e il penultimo censimento Istat della popolazione e delle abitazioni) si sono allungati i tempi destinati alla mobilità. Scende sensibilmente la quota di coloro che impiegano “fino a 15 minuti” per raggiungere il luogo di studio o di lavoro (58,7% nel 2001, 55,1% nel 2011) e, in misura più lieve, quella di chi impiega “da 31 a 45 minuti” (8,5% nel 2001, 7,8% nel 2011), mentre aumentano le quote di chi ha tempi di percorrenza tra i 16 e 30 minuti (da 24,8 a 26,4%) e oltre i 45.
Ad utilizzare di più i mezzi pubblici sono le donne (6,3% contro il 3,1% per gli uomini) e il treno (4,9%, 3,5% per gli uomini). Il 5,8% dei maschi va al lavoro in moto o in scooter, mezzo utilizzato solo dal 2% delle donne che invece preferiscono la bicicletta (4,1%, 3,5% per gli uomini).
Rispetto al 2001, l’automobile si usa di più come passeggero (14,4% del 2001) sono aumentati gli utenti dei trasporti pubblici (12,9% del 2001) e gli utilizzatori della bicicletta (2,9% del 2001), mentre risultano in calo l’uso di mezzi motorizzati a due ruote (4,7% del 2001) e l’andare a piedi (16,9% del 2001).
In crescita gli spostamenti fuori dal comune e verso l’estero. Il 60,6% degli spostamenti complessivi (28.871.447) viene effettuato all’interno dello stesso comune di dimora abituale (17.497.737) e il restante 39,4% (11.373.710) fuori dal comune. Rispetto al Censimento 2001, aumenta il numero degli spostamenti complessivi. In particolare, scende l’incidenza degli spostamenti intra comunali (erano il 63,8%), anche se il volume, in valore assoluto, è pressoché immutato (17.079.198); aumenta per contro la quota di spostamenti fuori dal comune di dimora abituale e verso l’estero (era al 36,2%, pari a un valore assoluto di 9.685.163). Scenari differenti emergono incrociando il luogo di destinazione con il motivo dello spostamento. Le persone che si spostano per studio lo fanno prevalentemente all’interno dello stesso comune (il 74% contro il 53,8% per motivi di lavoro). Gli spostamenti verso altri comuni della stessa provincia, invece, caratterizzano maggiormente quanti si muovono per motivi di lavoro (rispettivamente il 36,7% contro il 21,1% per motivi di studio) come anche gli spostamenti verso altre province della stessa regione, di altre regioni o all’estero (cumulativamente, rappresentano il 9,4% degli spostamenti legati al lavoro contro il 4,9% degli spostamenti per studio).
In alcuni casi, la geografia degli spostamenti è naturalmente correlata alle diverse caratteristiche del territorio nazionale (ad esempio per le isole o per le aree confinanti con gli stati esteri). Gli spostamenti intra comunali raggiungono valori massimi in Sicilia (74,9%) e nel Lazio (74,1%), mentre assumono valori minimi in Lombardia (46,2%) e Valle d’Aosta (51,2%). Le più alte percentuali di mobilità giornaliera tra comuni della stessa provincia si registrano, ancora una volta, in Valle d’Aosta (46,9%) seguita dalla provincia autonoma di Trento (40,7%); il Lazio (21,2%) e la Sicilia (22,3%) mostrano i valori più bassi.
Si spostano verso altre province della stessa regione soprattutto i lombardi (12,3%) e i toscani (9,5%); le percentuali più basse si registrano nelle provincie autonome di Bolzano e Trento (rispettivamente 0,6% e 1,0%), in Umbria e Basilicata (1,3%). I flussi diretti verso comuni di altre regioni, invece, riguardano soprattutto Molise (4,6%) e Umbria (3,5%) mentre nelle Isole, come è naturale, si registrano valori percentuali pressoché nulli. I flussi verso l’estero riguardano principalmente i residenti della Lombardia (0,9%) seguiti da quelli della Liguria (0,6%) e della provincia autonoma di Bolzano (0,4%).
La mobilità è maggiore a Bolzano, Trento e in Lombardia. Al 9 ottobre 2011 sono 28.871.447 le persone che quotidianamente si recano al luogo di studio o di lavoro e rappresentano il 48,6% della popolazione residente. Nel 2001 erano 26.764.361 milioni, pari la 47%. La percentuale di residenti che giornalmente esce dall’alloggio di dimora abituale per raggiungere il posto di lavoro, la scuola o l’università è più elevata nelle province autonome di Bolzano (57%) e Trento (56,2%) seguite da Lombardia (54,1%), Veneto (53,6%), Emilia-Romagna (53,1%) e Valle d’Aosta (52,7%). Al di sotto del valore medio nazionale si collocano tutte le regioni del Sud, con le incidenze più basse registrate in Sicilia (41,3%) e Calabria (41,5%), nonché la Liguria (46,8%).
Le tavole dettagliate contenenti tutte le informazioni, a livello nazionale e territoriale, sono consultabili e scaricabili sul data warehouse I.Stat al link dati-censimentopopolazione.istat.it.