Firenze – Tra le riforme del governo Renzi c’è anche quella che riguarda il vasto mondo del terzo settore. Una riforma che vuol essere stimolo alla partecipazione e all’autorganizzazione dei cittadini con l’ottica di un welfare partecipativo e inclusivo come ha precisato l’on. Luigi Bobba, Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali
Quali sono le linee di fondo della riforma del terzo settore?
“Partendo dalla Costituzione che riconosce e garantisce l’esplicarsi dei diritti inviolabili dell’uomo anche all’interno delle formazioni sociali, il diritto di associarsi liberamente e l’autonoma iniziativa dei cittadini -singoli o associati – per lo svolgimento di attività di interesse generale, la riforma del Terzo Settore rappresenta un motore di partecipazione e autorganizzazione dei cittadini che conduce ad un welfare partecipativo e inclusivo nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà”.
E le innovazioni più salienti?
“La legge delega (che contiene i principi generali che saranno alla base della nuova normativa di dettaglio) si fonda su alcune parole-chiave: semplificazione, trasparenza, riordino e innovazione. Verrà rivisto, anche nell’ottica di ribadire il più ampio diritto di associazione, il Codice civile per la parte che riguarda tutti i soggetti del Terzo Settore: associazioni, fondazioni e altre soggetti di tipo privato che operano senza scopo di lucro ma che svolgono attività di utilità sociale”.
Si può quindi parlare di svolta nella considerazione del terzo settore
“Questa riforma costituisce un elemento di forte discontinuità e novità rispetto ai Governi precedenti, innanzitutto perché il “Terzo Settore”, come ha ben evidenziato il Presidente Renzi nelle Linee Guida, in realtà è il “Primo”: non viene più considerato, infatti, marginale e residuale, ma si tratta di qualcosa che concorre alla rinascita, al rilancio, alla riqualificazione del nostro Paese capace anche di creare nuova occupazione e di generare economia sociale”.
“Va inoltre evidenziato che abbiamo operato in vista dell’obiettivo, direi raggiunto, di non intervenire in modo settoriale, bensì a 360° con ricadute che spaziano dalla dimensione civilistica a quella fiscale, dalle leggi di settore a elementi di forte innovazione come la normativa per l’impresa sociale o quella sul servizio civile. Una strada quindi che indica effettivamente una direzione di marcia innovativa, una nuova stagione per il “nonprofit”. Ulteriori obiettivi sono: armonizzare le diverse normative di settore sostenendo le Reti associative in modo da evitare duplicazioni e frammentazioni, razionalizzare il sistema dei diversi Osservatori nazionali per il volontariato e per l’associazionismo di promozione sociale, prevedere un registro Unico degli Enti del Terzo Settore e costituire una apposita struttura di missione che assicuri l’uniforme e corretta osservanza della disciplina legislativa, statutaria e regolamentare. E ancora, desidero ricordare l’intervento di razionalizzazione e riorganizzazione dello strumento del 5 per mille – che, più dei due terzi dei contribuenti utilizzano in occasione della dichiarazione dei redditi – la promozione e lo sviluppo dell’impresa sociale e l’istituzione di un servizio civile universale finalizzato alla difesa non armata”.
Il servizio civile universale riguarderà solo i cittadini italiani?
“Innanzitutto desidero, preliminarmente, sottolineare che i principi ed i valori a cui si ispira il nuovo Servizio Civile Nazionale sono gli stessi del precedente e che il nuovo servizio , come il vecchio, è incentrato sulla difesa non armata della Patria di cui all’art.52 della Costituzione. Il Servizio civile universale si propone di far diventare tale esperienza un’occasione di cittadinanza attiva, un servizio reso alla propria comunità locale o nazionale per rendere migliore il nostro Paese.
Il Presidente Renzi non perde occasione per ricordare che l’Italia ha una missione e che per realizzarla ha bisogno della partecipazione di tutti i suoi cittadini, specialmente quelli più giovani. E il servizio civile è l’occasione per valorizzare i talenti di tanti giovani rimasti a lungo congelati.
Le modifiche principali riguardano le modalità di realizzazione, laddove viene introdotta la flessibilità nella durata del servizio, la programmazione triennale e gli interventi per programmi, un rafforzamento della componente estera, con particolare riferimento all’Europa. L’altra novità introdotta riguarda il tutoraggio del giovane per un periodo del servizio finalizzato a facilitare l’ingresso dello stesso sul mercato del lavoro”.
Quando è prevista l’uscita dei bandi per i primi 37.000 volontari?
“Il secondo bando è stato emanato il 16 giugno 2014; per i primi 10.000 volontari il Servizio Civile Nazionale quale strumento di attuazione del programma europeo Garanzia Giovani , l’avvio in servizio avverrà tra ottobre e dicembre 2014. Per il reclutamento dei circa 27.000 volontari restanti, le selezioni e l’avvio dei giovani avverranno per la primavera del 2015. Più in generale, il Governo Renzi ha un traguardo: entro il 2017 vuole avviare al servizio civile circa 100.000 giovani, contro i 15.000 oggi in servizio”.
Si è parlato di problemi di copertura finanziaria. La riforma comporterà oneri notevoli per lo Stato?
“Nella delega vi sarà un primo finanziamento per il Fondo per lo sviluppo delle imprese sociali; per la rimozione del tetto del cinque x mille e per il servizio civile invece si prevede che la legge di stabilità disponga le necessarie risorse”.