Area fiorentina primo trimestre 2014, export frena

Firenze – Comincia con una sorpresa non proprio gradita, l’analisi del primo trimestre del 2014 per la provincia fiorentina che riguarda l’export, vale a dire il suo punto di forza: l’ufficio studi della Camera di commercio registra infatti una contrazione tendenziale del 5,2% “pari ad una perdita di circa 126milioni di euro in un anno, che porta il valore totale esportato a posizionarsi intorno ai 2,3miliardi di euro correnti”.

Sì, ma …. Una serie di aggiustamenti e specificità del mercato e delle tendenze attualmente in corso a livello internazionale “contengono” la preoccupazione che potrebbe provenire da questi dati nudi e crudi. Gli “aggiustamenti” al tiro vengono esplicitati dalla nota dettagliata della Camera di Commercio di Firenze, e prendono in esame alcuni punti: intanto, riportando il dato “ad anno”, vale a dire facendo scorrere la somma degli ultimi quattro trimestri, si otterrebbe un valore esportato di 9,4miliardi di euro e un incremento del 3,8%, andando così a riassorbire la contrazione in una decelerazione del tasso di crescita.

Ancora, se si corregge il dato del settore della meccanica identificato dal Codice Ateco ck 28, che perde il 27,5%, “sul campo resta sempre una variazione positiva corrispondente ad un +2,6% rappresentando (comunque ndr) un valore piuttosto contenuto per una provincia export oriented”. Resta da segnalare che mentre per l’Italia i dati sembrano segnare un andamento migliore dello scorso anno, ( si passa da -0,7% a +1,5%) per la Toscana la dinamica appare sempre negativa, posizionandosi su un -4,6%. Ma il dato toscano sarebbe positivo al +2,1%, In realtà il dato toscano risulterebbe positivo se fosse calcolato al netto del settore dei metalli preziosi, settore che diminuisce del 47,9%.

Andando a considerare la bilancia commerciale, è da considerare l’aumento dei flussi di beni e servizi acquistati all’estero che risultano del + 4,2%, valore comparabile a quello del primo trimestre 2013 e migliore del dato rilevato in chiusura d’anno, -0,2%: si tratta di un valore pari a circa 1,2miliardi di beni importati, con un aumento che si colloca a poco più di 50milioni di euro. Dunque, si determina un avanzo della bilancia commerciale che, è la considerazione della Camera di Commercio, “non è proprio dei peggiori anche se risulta chiaramente inferiore al livello del primo trimestre 2013 considerando che passa da 1,3 a 1,1miliardi di euro (nel 2012 era di 950milioni di euro)”.

Tornando ad esaminare le cause che hanno condotto a una comunque inaspettata frenata dell’export provinciale, è necessario prendere in esame sia effetti settoriali specifici che fattori esogeni legati alla congiuntura internazionale. Mantenendosi sulla falsariga della ricerca svolta dalla Camera di Commercio, l’analisi mette in evidenza, sulla questione internazionale, il rallentamento delle economie emergenti emerso nella seconda parte del 2013. Una frenata che a sua volta è ricaduta sugli scambi internazionali con un effetto di decelerazione unito ai ritmi deboli e vulnerabili del recupero economico europeo. Un dato cui non ha posto rimedio, riassorbendolo, la domanda espressa dagli Stati Uniti che per vari motivi, fra cui il documento identifica l’effetto di fattori stagionali (eventi climatici, come dichiara specificatamente) ha avuto una stagnazione della crescita. Una speranza per il secondo trimestre? Che l’economia Usa ritorni a marciare.

In conclusione, che l’economia fiorentina in particolare sia molto dipendente dalle dinamiche internazionali per sua stessa natura, e che di queste sia necessario tenere conto quando si parla in particolare dell’andamento dell’export, è un fatto. Ed è per questo che, come scrive nero su bianco l’ufficio studi della Camera di Commercio, “non è che il -5,2% preoccupi più di tanto: tuttavia ciò che impensierisce per Firenze è il +2,6% e il rallentamento del saldo; dati che “affondano le radici” proprio in questo clima di ridefinizione delle caratteristiche di base del ciclo internazionale, insieme ad un riposizionamento delle attività e del ruolo delle principali aree”.

 

Uno sguardo per settore

Meccanica: la perdita è pari a – 27,5%, dovuta tuttavia, spiega la nota, non tanto a una crisi del settore, bensì “ascrivibile alle modalità di contabilizzazione delle commesse pluriennali (ovvero a fine commessa) da parte di una grande impresa del settore con sede a Firenze insieme anche a come vengono ripartite le commesse per l’estero tra Firenze e l’altra provincia di riferimento dell’impresa (Massa Carrara, dove all’opposto le esportazioni della meccanica vanno molto bene con riferimento ai codici 28.1 e 28.2 con un+90%). Ne risente chiaramente il comparto dei beni strumentali (-24,6%)”.
Beni di consumo non durevoli: segno positivo, +4,6%, ma in rallentamento nei confronti della fine del 2013 (+11,1%). Sistema moda: +6%, fra cui bene calzaturiero +21,6% e tenuta della pelletteria seppure in decelerazione, da +10,9% a+3,1%).

Settore alimentare: si passa da +11,2% a +7,8%
Settore farmaceutico: si passa da +9,9% a -9,3%.
Beni di consumo durevoli: andamento crescente da +4,2% a +5,8%. Affermazione dei prodotti di elettronica di consumo (+21,3%), dgli strumenti ottici (+234,3%) e dei mezzi di trasporto (+31,4%). Ristagnano invece i prodotti intermedi venduti all’estero (+0,1%), con una sorta di “compensazione degli effetti” fra componenti settoriali che crescono e altre che perdono: in crescita gomma e plastica (+22,1% e un peso del 2,4%), in diminuzione i prodotti della metallurgia (-26,8% e una quota di incidenza dell’1%).

L’export per paese
In tenuta il blocco dell’Unione Europea (+2,1%), cui si contrappone il dato riguardante l’export fiorentino negli altri paesi europei, dove si registra un -8,5%. Dato negativo anche per le economie dell’area euro ristretta ai 12, che segna -1,9%.
Ridimensionamento per la Germania (-12,4%) e la Spagna (-3,4%), mentre aumentano Francia (+5,6%), Regno Unito (+9,8%), Austria (+21,7%) e Romania (+16,5%); tra i paesi europei non UE (-9,9%) da segnalare la contrazione del dato svizzero (-0,2%) e il significativo decremento per la Russia (-36,1%).
Aree continentali, scende l’Africa (-14,1%), Asia Centrale (-39,3%) e Medio Oriente (-50,5%). Crescono le esportazioni verso gli Stati Uniti (+17%) e la Cina (+7,3%).

 

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