Parigi – Il primo fermo di un capo dello stato francese è durato 15 ore. A mezzanotte l’ex presidente Nicolas Sarkozy è stato rilasciato ed ha potuto far ritorno a casa. I guai però non sono finiti. Anzi stanno forse per cominciare in modo molto serio, tanto serio da mettere in pericolo i suoi progetti di ritorno trionfale all’Eliseo. I giudici del pool finanziario parigino che lo hanno privato ieri della sua libertà hanno infatti deciso di metterlo sotto accusa per corruzione di un giudice, violazione del segreto istruttorio e concussione. Reati molto pesanti che però, come sottolinea la difesa devono essere dimostrati.
Anche il suo avvocato Thierry Herzog e il magistrato di cassazione Gilbert Azibert, che Sarkozy avrebbe corrotto in cambio di un incarico di prestigio nel Principato di Monaco, sono finiti nel registro degli indagati. Il collega di A , Patrick Sassoust, è stato invece prosciolto.
Sarkozy, che non è sottoposto ad alcuna misura restrittiva, darà la sua versione dei fatti stasera alla tv. Sul fronte del centro destra si sono subito levate voci in sua difesa. Alcuni hanno accusato i giudici di essere politicamente orientati, altri hanno parlato di intercettazioni illegali. Molti ritengono che si tratti di una persecuzione giudiziaria che avrebbe l’unico scopo di togliere di mezzo dall’agone politico l’ uomo in grado di contrastare la prepotente ascesa del Front National e riconquistare l’Eliseo. Il governo socialista si sta muovendo con una certa prudenza, con lo stesso presidente Francois Hollande che sottolinea “la presunzione di innocenza”.
Il futuro politico di Sarkozy sembra comunque dover registrare una battuta d’arresto. Le indagini su questo dossier, legato a presenti finanziamenti libici alla sua campagna elettorale del 2007, andranno avanti per mesi . Senza contare il rischio che si aprano altri fronti giudiziari, dal momento che sembrerebbe implicato in un’altra mezza dozzina di “affaires”, in gran parte legati a finanziamenti di sue attività elettorali.
Riuscirà Sarkozy stasera a convincere i francesi della sua completa estraneità alle accuse e all’esistenza di questa rete illecita di informazioni che, secondo l’accusa, gli permetteva di seguire l’andamento delle inchieste che lo riguardavano? Il partito UMP lo vorrà ancora come suo portabandiera? Ce lo diranno gli analisti e sondaggi nei prossimi giorni. Sembra però probabile che la sua “scaletta” di riconquista del potere debba subire delle varianti o per lo meno di ritardi rispetto alla tabella di marcia che lo vedeva a breve nuovamente leader di un UMP rifondato per sbaragliare Marine Le Pen e la sinistra e riprendersi così l’Eliseo nel 2017.
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