Fino Fini, vent’anni con la Nazionale: “E’ mancato il gruppo”

Firenze – Vent’anni con la nazionale italiana, dal 1962 al 1982; in panchina a sei mondiali degli azzurri. Questo il biglietto da visita di Fino Fini, medico federale per una vita, poi direttore del Centro tecnico di Coverciano ed attualmente capo del museo del calcio da lui stesso ideato e realizzato.

Anche ai miei tempi – dice Fini – ci sono stati momenti difficile. Amare sconfitte. Ma ritengo che non sia possibile tentare degli accostamenti. Ogni mondiale ha la sua particolare storia”.

-Si aspettava un fallimento simile in Brasile?
“No. Degli sportivi italiani nessuno credo se lo aspettasse. E’ stato davvero un brutto colpo”.

-Cosa ha sbagliato Prandelli?
“Non è riuscito a creare un gruppo compatto. E’ una condizione fondamentale. Inoltre puntare in attacco tutto su Balotelli è risultato un grosso errore. Hanno prevalso le individualità, troppe, a danno del gioco collettivo”.

-Balotelli è stato un problema.
“A quanto pare si. Un problema in campo e negli spogliatoi. Ed allora dico che non aver portato in Brasile qualche altro goleador come Pepito Rossi è stata una scelta sbagliata. Inoltre alcuni azzurri, come Cassano ad esempio, non erano al massimo delle loro condizioni”.

-Fuori l’Italia, ma anche Inghilterra e Spagna, due “grandi” del calcio mondiale.
“E’ il momento del football sud americano favorito anche dalla circostanza che i mondiali si svolgono in Brasile. Per quanto riguarda l’Italia registro che in Europa è forte e competitiva, fuori dal vecchio continente no. Ricordo i mondiali di Argentina, Sud Africa, Brasile nel passato e nel presente. E potrei continuare. Ma non saprei dare una spiegazione di questi fallimenti nei mondiali lontano dall’Europa”.

-Hanno fatto bene Cesare Prandelli ed il presidente federale Giancarlo Abete a dare le dimissioni?.
“In questo momento l’unica cosa da fare sarebbe leccarsi le ferite che sono tante ed anche profonde. Comunque sembrano comprensibili le dimissione di Prandelli. I motivi sono stati illustrati dallo stesso tecnico azzurro e cioè fallito un progetto tecnico da lui voluto, per una persona seria ed onesta come è Prandelli non c’era altra scelta. E voglio aggiungere che oltre ad essere un uomo vero è anche un ottimo allenatore. Ed avrà sicuramente l’opportunità di confermarlo”.

-E le dimissioni di Giancarlo Abete?.
“Il discorso è più complesso. C’è un problema di sistema, c’è qualcosa dentro la Federcalcio che richiede un attenta riflessione perchè il nostro calcio attraversa un momento di crisi. Ricordo che la nazionale azzurra under 21 offre gioco e risultati splendidi. Quella maggiore no. C’è qualcosa, appunto, da rivedere. Sono d’accordo con quanto sostengono, ad esempio, che la presenza di tanti, troppi calciatori stranieri danneggiano la crescita dei nostri giovani. E frena pure le iniziate a favore dei nostri vivai perché spesso i giovani che sembrano possedere qualità per emergere non trovano gli spazi necessari”.

– In sostituzione di Prandelli si fanno diversi nomi tra i quali quelli di Allegri, Mancini, Spalletti.
“E’ un problema da affrontare con calma. Non è certo questo il momento di parlarne. Fra un paio di settimana ci sarà il consiglio federale che dovrà ratificare le dimissioni dei presidente Abete; da nominare il suo successore; da discutere e varare nuovi progetti. Poi verrà anche il momento di scegliere il nuovo commissario tecnico”.

– Chi può vincere questi mondiali?
“Difficile un pronostico. Se devo azzardare un nome dico Olanda davanti a Francia e Brasile”.

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