Anche la filologia si fa digitale

Pisa – Creare un’edizione multimediale avanzata di testi e monumenti anglosassoni collegati tematicamente dal culto della Croce e dalla leggenda della inventio crucis, cioè del ritrovamento della vera Croce. È questo l’obiettivo del progetto “Visionary Cross” (http://www.visionarycross.org/) al quale lavora un gruppo internazionale di ricercatori con la collaborazione del Laboratorio di Cultura Digitale dell’Università di Pisa.

Partito nel 2012, il progetto si concluderà nel 2015 e intanto è già on line una versione preliminare del Vercelli Book (http://vbd.humnet.unipi.it/beta/), un manoscritto del X secolo in lingua inglese antica conservato presso la Biblioteca Capitolare di Vercelli. A breve sarà quindi pubblicata una versione digitale in 3D della Croce di Ruthwell, un monumento dell’VIII secolo che si trova nel Dumfriesshire, in Scozia, dove è presente un’iscrizione epigrafica in caratteri runici del Il Sogno della Croce, poemetto conservato nel Vercelli Book.

Il Sogno della Croce del Vercelli Book è uno dei componimenti più affascinanti di tutto il corpus della letteratura in inglese antico – spiega Roberto Rosselli del Turco, ricercatore all’Università di Torino e docente del Laboratorio di Cultura digitale dell’Ateneo pisano – e, per un evento più unico che raro, un frammento di questo componimento è conservato sulla Croce di Ruthwell: si tratta di un fatto eccezionale sia per quanto riguarda la differenza nel supporto (una croce monumentale e un manoscritto) e nell’alfabeto utilizzato (caratteri runici e latini), sia perché i due testi sono separati da secoli e da migliaia di chilometri di distanza”.

Per la prima volta, grazie al progetto Visionary Cross, queste due versioni de Il Sogno della Vera Croce entreranno dunque in dialogo diretto per essere a disposizione degli studiosi e degli appassionati. L’obiettivo è di mettere on line delle edizioni sempre più ad alta definizione corredate di note, apparati e ipertesti.

“La scansione in 3D della Croce di Ruthwell realizzata dai ricercatori dell’ISTI-CNR di Pisa– ha aggiunto Roberto Rosselli del Turco – ci ha consentito di apprezzare alcuni particolari difficilmente visibili a occhio nudo, in particolare proprio per quanto riguarda l’iscrizione runica”.

L’edizione digitale necessita però di un ampio ventaglio di competenze, che vanno dal trattamento delle immagini alla codifica dei testi, dalla progettazione web alla visualizzazione contestuale di immagini, testi, note e modelli tridimensionali.
“Competenze che si ritrovano negli sudenti di Informatica Umanistica che gravitano attorno al Laboratorio di Cultura Digitale” – spiega la responsabile Enrica Salvatori, professoressa dell’Università di Pisa – una sorta di bottega rinascimentale dove docenti e studenti lavorano assieme su un progetto comune che mira a valorizzare il bene culturale attraverso le nuove tecnologie”.

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