Siena – “Non lasceremo andare la barca alla deriva, ma non accetteremo neppure di essere gli unici parafulmini di una riforma che sta rivelando tutti i suoi limiti a scapito dei territori. Restiamo ancora, ma non è scontato che arriveremo a dicembre se non arriveranno le garanzie che abbiamo messo sul tavolo a tutela di questa comunità”. Sono le parole del presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini, che stamani, martedì 10 giugno, insieme a tutta la sua squadra, ha comunicato la scelta di restare alla guida dell’ente a titolo di volontariato istituzionale, senza percepire alcun compenso, nella fase di ordinaria amministrazione scattata da ieri, lunedì 9 giugno per concludersi il 31 dicembre 2014, data entro la quale dovrà essere eletto il presidente dell’ente di secondo livello.
Non saremo i parafulmini di tutti. “Ad oggi – ha spiegato Bezzini – abbiamo avuto soltanto rassicurazioni verbali sul mantenimento dell’inquadramento giuridico della struttura amministrativa, ma siamo ancora in attesa degli atti formali. Resta aperta, invece, tutta la partita delle risorse necessarie a garantire l’operatività dell’ente. La scelta di restare è mossa da spirito di servizio, ma questo non significa che siamo disponibili a prendere schiaffi da tutti, dai dirigenti scolastici che ci chiedono conto degli interventi sull’edilizia e sulla programmazione ai sindaci che vogliono risposte sui ripristini di frane e ponti. Noi potremo dare quelle risposte solo se riceveremo a nostra volta garanzie di cui siamo in attesa da mesi”.
Le tre condizioni per arrivare a dicembre. “La nostra – ha aggiunto Bezzini – non sarà una disponibilità incondizionata, ma legata al rispetto di tre requisiti: che venga eliminato il prelievo da parte dello Stato che, per la Provincia di Siena, dovrebbe essere finanziato con risparmi di spesa per un ammontare di oltre 3 milioni di euro; che venga allentato il patto di stabilità, con l’esclusione totale dell’edilizia scolastica; che ci vengano assegnate le risorse anticipate per far fronte agli interventi post alluvione, di cui un primo pacchetto è stato inserito nella legge di stabilità ferma da sei mesi. Se questi tre nodi non verranno sciolti positivamente, questo territorio non rischia di perdere degli amministratori, rischia il collasso”. “Concludo – ha detto ancora Bezzini – con quello che spero sia l’ultimo di una lunga serie di appelli inascoltati. Lo rivolgo a tutti coloro che hanno responsabilità politiche e istituzionali a livello provinciale, regionale e nazionale: non basta scrivere una riforma sulla carta se poi non si è capaci di governare il percorso di riordino a tutela dei territori”.
I ringraziamenti. Il presidente ha, poi, ringraziato uno a uno i suoi assessori, che nei cinque anni di mandato, i più difficili della storia recente della Provincia di Siena, hanno lavorato con impegno e serietà, in un’ottica di solidarietà fra istituzioni, pari opportunità di crescita per tutti i territori e partecipazione alle scelte. “Li ringrazio per avermi accompagnato in questo percorso e per lo sforzo compiuto in queste ultime settimane – ha detto Bezzini – con l’approvazione di oltre 50 delibere di giunta in due sedute. Ho chiesto loro tantissimo e la risposta è stata quella che mi aspettavo. Per quanto nessuno di noi abbia condiviso la riforma di riordino delle Province, abbiamo scelto tutti di dare una mano, senza tirarci indietro”.