Lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, Premio Nobel per la Letteratura 2010 a Fiesole ha ricevuto il premio Edizioni NEM-Nuovi Eventi Musicali per il suo libro La civilta’ dello spettacolo. Lo scrittore ha preso parte ad un dibattito sul valore della cultura al giorno d’oggi, alla presenza degli studiosi Tomaso Montanari, Giorgio Van Straten e Mario Setti.
‘Oggigiorno -ha detto lo scrittore a proposito della cultura – abbiamo grandi specialisti, la conoscenza si è sviluppata in una maniera prodigiosa soprattutto nel campo della scienza e della tecnica, tuttavia uno specialista non e’ necessariamente un uomo colto. Uno specialista può essere molto incolto: saper molto di una cosa e non saper niente delle altre. Questa è una realtà angosciosa del nostro tempo, abbiamo specialisti che sanno moltissimo del loro campo e non solo non sanno niente del resto, ma non si interessano nemmeno di altro, né lo ritengono necessario. In questa maniera la cultura ha cambiato completamente natura. Oggi praticamente è impossibile definire cosa sia la cultura, ed è anche molto difficile, credo, decidere cosa non e’ cultura. Se leggete i giornali, potete vedere come i giornalisti parlano di cultura con gran facilitè: la cultura del tatuaggio, la cultura dell’estetica nazista, la cultura della pederastia, la cultura della mariuana o della cocaina. Tutto è cultura, tutto diventa cultura: se tutto è cultura, niente e’ cultura. Ma la funzione maggiore della cultura era quella di mantenere vivo lo spirito critico. Credo che se si seguiva la cultura, ci si interessava di buoni libri, buoni quadri, buona musica e idee,si era in grado di adottare un atteggiamento molto critico verso il mondo in cui si viveva. Un mondo che la cultura dimostrava che era imperfetto, che era malato e che stava molto al di sotto delle aspirazioni umane. Ma grazie a questa insoddisfazione verso il mondo, grazie a questa attitudine critica, è scaturito il progresso, grazie ad essa siamo usciti dalle caverne e abbiamo guardato alle stelle’.