Lucchini, stop altoforno. Accordo alle porte?

Mancano poche ore, 24 al massimo allo spegnimento dell’altoforno delle acciaierie Lucchini di Piombino. Il gigante siderurgico della toscana andrà in riposo forzato. Per una ventina di giorni, un mese al massimo, sarà caricato solo con il coke e non con il minerale, passando a quello che è chiamato in gergo stato di “stand by”. Oggi nuova mobilitazione dei lavoratori che terranno un’assemblea davanti alla fabbrica, dopo lo sciopero della fame di un operaio a Pasqua e Pasquetta e l’appello disperato dei lavoratori al Papa per una sua intercessione. La Regione Toscana e gli enti locali  nell’incontro di ieri al Ministero dello Sviluppo economico con il viceministro De Vincenti per discutere l’Accordo di programma sulla riqualificazione e la riconversione del polo industriale di Piombino, chiedono fondi per la bonifica del polo siderurgico e le infrastrutture, di impiegare i lavoratori nell’attività di bonifica, di utilizzare il porto di Piombino per la rottamazione delle navi militari.
All’incontro di ieri hanno partecipato Regione Toscana, Comune e Autorità portuale di Piombino, Provincia di Livorno, ministeri dello Sviluppo economico, Difesa, Infrastrutture e trasporti, Ambiente, Lavoro e politiche sociali, insieme ai rappresentanti dell’Agenzia del demanio e quella per l’Attrazione investimenti e sviluppo delle imprese. Oggi il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi è nuovamente a Roma per la Lucchini: “La Regione ha fatto la sua parte mettendo ingenti risorse sul porto e sulle nuove tecnologie. Ora tocca al governo fare scelte di politica industriale e di finanziamenti – ha scritto Rossi su facebook – . Gli operai sono in lotta in questo giorno drammatico in cui si spegne l’altoforno. Sento tutta la responsabilità che ho, ma sono sereno. Firmerè l’accordo solo se ci saranno precise garanzie”.

“Le nostre richieste – ha spiegato il presidente della Toscana Enrico Rossi – sono chiare e finalizzate ad incentivare i privati ad investire su Piombino e garantire un futuro al polo siderurgico”. La Regione ha in particolare chiesto che nell’ accordo di programma vengano inseriti l’impegno a un contributo di 50 milioni di risorse nazionali per la realizzazione le bonifiche del polo siderurgico e altri 10 milioni per quelle delle aree demaniali del porto, ma anche un contributo di almeno 30 milioni per il completamento del collegamento stradale tra il porto e la strada statale 398. Al ministero dello sviluppo economico viene chiesto anche un contributo di 20 milioni per le agevolazioni agli investimenti produttivi. Tra gli obiettivi dell’accordo di programma anche il rilancio di un altro impianto siderurgico che a Piombino occupa 560 persone di cui 320 con contratti di solidarietà, quello dell‘Arcelor Mittal. Come ultima condizione dell’accordo, un sistema di governance del processo avviato con l’accordo di programma attraverso un’unica cabina di regia e un cronoprogramma dettagliato da definire entro tre mesi dalla firma. Per la Regione Toscana primario resta che il Governo firmi quanto prima l’accordo di programma in grado di  dare sostanza al processo di riconversione della Lucchini. Sul futuro del polo siderurgico l’impegno regionale e di 50 milioni di euro per il porto e di ulteriori 60 messi a bilancio per il rilancio della siderurgia, che attraversera una fase di riconversione ecologica.

L’assessore Attività produttive e lavoro della Regione Toscana, Gianfranco Simoncini, nella riunione di ieri a Piombino con i rappresentanti di sindacati e istituzioni ha proposto l’istituzione di un tavolo permanente istituzioni-associazioni di categorie-aziende-sindacati per seguire, passo dopo passo, gli effetti che la vicenda delle acciaierie Lucchini, incluso la situazione dell’indotto. Tavolo che terrà la sua prima riunione, ha garantitio  Simoncini, subito dopo la firma dell’accordo di programma.  Al Governo, ha detto l’assessore, chiediamo garanzie per l’impiego prioritario dei lavoratori Lucchini per opere di bonifica, lavori di messa in sicurezza, smantellamenti.
Simoncini ieri ha incontrato, insieme alle rappresentanze sindacali, il sindaco di Piombino, Gianni Anselmi, e il presidente della Provincia di Livorno, Giorgio Kutufa,  anche l’azienda Arcelor Mittal, segmento del polo siderurgico di Piombino, garantendo l’impegno della Regione affinchè nell’accordo di programma si trovi spazio anche Arcelor. L’assessore ha prospettato due aiuti da parte della giunta regionale: il contributo, gia in corso d’erogazione, del 15% ai salari di solidarietà e il bando su ricerca e sviluppo che a breve verra pubblicato. Un altro punto cardinale per Simoncini e che l’accordo di programma possa ospitare una parte riservata all’azienda su due fronti: la decontribuzione dei contratti di solidarietà e l’abbattimento dei costi dell’energia.

La colata di acciaio non si ferma per la prima volta, ma questa volta la preoccupazione dei lavoratori e della città è più forte che mai. Le sorti dello stabilimento e di conseguenza di migliaia di famiglie sono appese a un filo. Nel futuro immediato l’impatto negativo sarà attenuato con l’utilizzo di contratti di solidarietà.  Solo dopo il 30 maggio, giorno di scadenza della presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisizione dello stabilimento Lucchini, in amministrazione straordinaria dal 2012, si potrà sapere qualcosa sul futuro.

Passata in secondo piano l’offerta d’acquisto presentata dal gruppo Smc del magnate arabo Khaled al Habahbeh, potrebbe ora avere la meglio quella della società indiana Jsw. Smc group, su cui i lavoratori avevano puntato molto per la volontà espressa dal suo presidente di salvaguardare l’occupazione e l’altoforno acceso, sulla sua pagina facebook, annuncia una conferenza stampa di presentazione per il 15  maggio dopo aver spiegato, il 9 aprile scorso, di aver partecipato ad un bando per l’acquisizione del gruppo Lucchini.

Nell’incontro di ieri al Mise gli enti locali hanno chiesto anche l’impegno per consentire ai lavoratori della Lucchini di rimanere, attraverso il contratto di solidarietà, impegnati nell’azienda anche in mansioni legate all’attività di bonifica, di smantellamento e altre attività da realizzare all’ interno del polo siderurgico “con vantaggi reciproci, sia dei lavoratori che dello Stato che così risparmierebbe le risorse per la cassa integrazione”. Al ministero della difesa viene chiesto poi l’impegno ad utilizzare il porto di Piombino per la rottamazione delle navi militari e “certezze su fondi e modalita'”.

 

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