Nella giornata di oggi, mercoledì 12 febbraio, è stato presentato a Firenze il nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato della Regione Toscana. Per quanto riguarda la sanità, la Regione ha proposto 7 punti da conseguire per il miglioramento del sistema salute toscano:
1) Il miglioramento della gestione delle liste di attesa per la chirurgia, con particolare riguardo al percorso assistenziale oncologico. I documenti internazionali indicano diagnosi precoce e qualità del trattamento come fattori determinanti per garantire maggiori probabilità di sopravvivenza a un tumore. Quindi sono necessari: rigorosi programmi di screening di alta qualità, e, una volta diagnosticato il tumore, cure oncologiche rapidamente accessibili e di alta qualità. Le aziende sanitarie devono ridisegnare l'offerta specialistica chirurgica, in particolare oncologica, in funzione degli standard di volume specificamente previsti. Verranno fissati nuovi e puntuali criteri di accesso alle liste uniche chirurgiche, che costituiranno un preciso vincolo per le aziende sanitarie e le strutture di riferimento. Saranno definite modalità di accesso improntate alla massima trasparenza, con priorità per il percorso oncologico. Saranno individuati modalità e luogo di accesso in tempi certi nell'ambito dell'azienda di appartenenza del cittadino e, nel caso non sia possibile assicurare l'intervento nei tempi previsti, garantendo l'accesso in qualità e sicurezza in strutture nell'ambito dell'Area Vasta. Saranno realizzate anche azioni informative rivolte ai cittadini, per garantire, per ogni rete di Area vasta, informazioni specifiche sul percorso oncologico e sui centri autorizzati ad eseguire la fase chirurgica e le altre fasi del percorso.
2) Il miglioramento dell'offerta di prestazioni odontoiatriche. La salute orale e l'accesso alle cure odontoiatriche rappresentano un obiettivo prioritario di sanità pubblica, in particolare per i bambini, gli anziani, i malati cronici. Ad oggi, solo l'8% dei cittadini beneficia del servizio di odontoiatria pubblica. La sfida è quella di adottare iniziative volte ad ampliare l'accesso alla prevenzione e alle cure, con particolare riferimento alle fasce deboli della popolazione per età o condizione economica. Quindi:
– promuovere e favorire programmi di prevenzione e cura delle patologie più diffuse della bocca;
– svolgere una ricognizione dell'offerta attuale e all'analisi dei bisogni delle categorie più a rischio;
– sulla base dei risultati raccolti, ottimizzare l'offerta pubblica;
– definire modalità innovative di collaborazione con il privato;
– stilare nuove linee guida per le aziende sanitarie.
3) Il rafforzamento della continuità ospedale-territorio e dell'assistenza domiciliare, attraverso l'utilizzo delle tecnologie. Nella nostra regione il numero degli anziani è in costante aumento. Di conseguenza, crescono anche le persone affette da una o più patologie croniche, e le persone non autosufficienti. L'esigenza è quella di intervenire sul territorio con servizi domiciliari adeguati, soprattutto nelle aree periferiche o geograficamente critiche, che in una regione come la Toscana, con zone montane e isole, non sono poche. Il progetto prevede di introdurre la telemedicina in ambito sanitario (televisita, teleconsulto, telesalute) e la teleassistenza in ambito socio-assistenziale. Cioè assistenza medica e infermieristica a distanza, sostitutiva o integrativa delle forme tradizionali.
4) Il miglioramento organizzativo per il benessere degli operatori del Sistema Sanitario Regionale. La sanità toscana conta circa 50.000 dipendenti. Benché sempre più dominata dalla tecnologia, la sanità non può prescindere dal fattore umano. Un'azienda sanitaria va considerata come un insieme di talenti, capacità, competenze e idee: un capitale intellettuale, non tangibile, dove l'intelligenza delle persone e dell'organizzazione diventano protagonisti e dove ognuno è al tempo stesso cliente e fornitore di servizi. Dunque conoscere le opinioni, mettersi in ascolto e portare avanti interventi ad hoc dai quali emergano criticità è essenziale per migliorare le prestazioni e la soddisfazione dei lavoratori. La Regione ha già effettuato attività di rilevazione sul clima interno, sullo stress lavoro-correlato e su variabili individuate specificamente in seguito a preliminari indagini descrittive effettuate nelle aziende sanitarie. Sia a livello regionale che nelle singole aziende verranno sviluppate iniziative volte a superare i problemi, valorizzare e motivare gli operatori. A livello regionale verrà sviluppato e consolidato il Centro di riferimento regionale sulle criticità relazionali. A livello aziendale, si prevede lo sviluppo delle consulenze psicologiche rivolte agli operatori, azioni finalizzate a migliorare l'ambiente lavorativo e a incrementare il dialogo tra azienda e operatori, pratiche per contrastare lo stress e sviluppare il benessere fisico, psicologico e sociale di ciascun lavoratore, con una particolare attenzione alle donne in gravidanza.
5) Lo sviluppo di un approccio di genere alla salute dei cittadini. Le differenze di genere hanno un forte impatto sull'incidenza e sul decorso di molte patologie, che spesso hanno sintomi, decorso clinico e esiti diversi nella donna e nell'uomo. Le donne vivono più a lungo degli uomini, ma sono più esposte alle malattie, passano la maggior parte della vita in condizioni peggiori degli uomini, e generalmente assumono più farmaci. Secondo l'ultima indagine quinquennale ISTAT su "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari", confermata per la Toscana dal primo "Report sulla Salute di genere" realizzato dall'ARS, l'Agenzia di sanità della Regione, le donne sono affette con maggior frequenza degli uomini da quasi tutte le patologie croniche: osteoarticolari, neurodegenerative, diabete, tiroidee, ipertensione arteriosa, vene varicose, osteoporosi, cefalea. Diverso è il modo di reagire ai farmaci tra uomini e donne, ma finora i farmaci sono stati testati quasi esclusivamente sugli uomini. La salute non è neutra e anche in medicina va applicato il concetto di diversità, per garantire a tutti, donne e uomini, una reale equità e il miglior trattamento possibile in funzione della specificità di genere. La stessa Organizzazione mondiale della Sanità e l'Unione Europea indicano la necessità di assumere la salute delle donne e delle bambine come elemento prioritario dello sviluppo sociale per ridurre diseguaglianze e promuovere l'equità. La medicina di genere è ormai una realtà da cui non si può prescindere: non una specialità a se stante, ma come un'integrazione trasversale di specialità e competenze mediche, perché si formi una cultura e una presa in carico della persona che tenga conto delle differenze di genere. La Toscana ha istituito, all'interno del Consiglio sanitario regionale, un'apposita Commissione permanente per le problematiche della medicina di genere. Con le aziende sanitarie verranno sviluppate azioni che garantiscano la presa in carico nell'ottica di genere, la formazione degli operatori, la realizzazione di ricerche finalizzate.
6) La promozione della ricerca per la salute e la valorizzazione dei risultati. La ricerca sanitaria, intesa come parte integrante delle attività del Servizio Sanitario Regionale, è elemento fondamentale per garantire ai cittadini una sanità efficiente e rispondente ai reali bisogni di assistenza e cura. In ambito sanitario, promuovere una ricerca di qualità costituisce un investimento che alimenta le conoscenze scientifiche e operative, a beneficio dello stato di salute dei cittadini, della qualità del servizio sanitario e dello sviluppo economico del territorio. Tra le azioni previste per promuovere la ricerca per la salute e valorizzarne i risultati: incrementare le capacità progettuali e operative del sistema regionale della ricerca per la salute; sviluppare la piattaforma Dipint, con il sistema universitario, per l'integrazione tra attività assistenziale, didattica e di ricerca; valorizzare i risultati della ricerca biomedica; promuovere collaborazioni e sinergie tra i vari attori della ricerca.
7) Il miglioramento del sistema di gestione delle liste d'attesa per le prestazioni di specialistica e diagnostica strumentale. I tempi e le liste di attesa registrano un progressivo incremento che, se non rallentato o invertito, può determinare un razionamento della domanda, sia in termini di equità che di efficienza. Lunghi tempi di attesa possono inibire infatti la richiesta, anche in presenza di effettiva necessità, e sono un forte incentivo a spostarsi verso prestazioni private a pagamento, riducendo così l'equità nell'accesso ai servizi sanitari. Queste le azioni individuate per governare e controllare i tempi e le liste di attesa:
– responsabilizzazione clinica e appropriatezza prescrittiva. Nelle procedure di prenotazione dovrà essere indicata la classe di priorità: U (urgente), da eseguirsi nel più breve tempo possibile, e comunque entro 72 ore; B (breve); D (differibile); P (programmata) e si dovranno sviluppare programmi di appropriatezza;
– ridisegno delle relazioni tra medicina generale e specialistica ospedaliera: la nuova organizzazione della medicina generale nelle Aft (Associazioni Funzionali Territoriali) e nelle aggregazioni multiprofessionali e multidisciplinari, anche attraverso le Case della Salute, rappresenteranno il luogo e la dimensione culturale delle nuove relazioni tra specialisti ospedalieri/ambulatoriali e medici di famiglia;
– promozione dell'estensione di CUP (Centro Unico di Prenotazione) di seconda generazione, che facilitino la relazione tra professionisti, promuovendo la distinzione tra agende di prima prenotazione e agende di follow up;
– utilizzo dell'attività libero professionale intramuraria come ulteriore possibile strumento per il governo delle liste e il contenimento dei tempi di attesa. Le prestazioni erogate in questo regime contribuiranno ad integrare l'offerta istituzionale. Questa libera professione "aziendale" dovrà essere concordata con i professionisti e sostenuta dall'azienda sanitaria, riservando al cittadino solo l'eventuale partecipazione al costo;
– introduzione dei Poli ad alta produttività, come modello organizzativo sperimentale, anche con possibile estensione dell'orario tradizionale, per alcune prestazioni di diagnostica specialistica;
– valorizzazione del ruolo fondamentale della comunicazione e dell'informazione agli utenti, promuovendone anche la partecipazione alle decisioni delle aziende sanitarie, assieme alle associazioni di tutela dei consumatori e di volontariato;
– ridisegno dell'offerta specialistica clinica.