Nel resede di un immobile di recente costruzione posto in Via Trecento, località Poderaccio, Comune di Montespertoli, si è trovata una discarica di rifiuti interrati costituiti da materiali edili e frammenti di lastre in cemento – amianto, scoperta dalla Polizia Municipale e dalla Guardia Forestale che hanno informato l'Autorità Giudiziaria. La Polizia Municipale, incaricata delle indagini giudiziarie, ha coinvolto ARPAT per gli accertamenti analitici ed i rilievi ambientali. Nel mese di gennaio 2013 sono iniziati i sondaggi sul terreno realizzando alcune trincee esplorative con l'ausilio di escavatore meccanico. Gli scavi eseguiti hanno portato alla luce manufatti e residui edili (blocchi di cemento, tubi di ferro, mattonelle, cavi, elementi di metallo sporchi di idrocarburi ), lastre intere e frammenti di lastre in fibrocemento. I ritrovamenti sono verosimilmente riconducibili alla demolizione del preesistente insediamento ad uso lavorativo ed agricolo che occupava gran parte dell'area interessata. Arpat ha eseguito sopralluoghi, campionamenti, valutazioni ed analisi anche approfondite per la ricerca dell'amianto nei frammenti di materiali ritrovati sul posto. I risultati analitici hanno attestato la presenza di fibre di amianto dei diversi tipi anche crisotilo oltre a fibre minerali artificiali apparentemente simili a lana di vetro o lana di roccia. Il caso ha richiesto un lungo percorso di accertamenti e valutazioni che è durato circa un anno ed ha visto il coinvolgimento di diverse strutture di Arpat, dal Dipartimento del Circondario Empolese al Settore Laboratorio, all'Unità Operativa di Radioattività e Amianto dell'Area Vasta Centro. Sono state eseguite indagini dai Tecnici di Prevenzione di Arpat in qualità di Ufficiali di Polizia Giudiziaria.
Le altre autorità coinvolte (Comune, ASL 11, Unione dei Comuni e del Circondario Empolese Valdelsa, Corpo Forestale dello Stato, Autorità Giudiziaria) hanno partecipato per quanto di rispettiva competenza ed il Comune di Montespertoli ha gestito il procedimento adottando i necessari provvedimenti.
Il Comune in particolare ha emesso ordinanze ai sensi dell'art. 192 del D. Lgs 152/2006 chiedendo ai responsabili la precisa definizione dell'estensione dell'area interessata dall'abbandono, la caratterizzazione quali-quantitativa dei rifiuti, la loro rimozione, avvio a recupero o smaltimento dei rifiuti ed il ripristino dello stato dei luoghi; l'esecuzione di successive indagini finalizzare alla classificazione e destinazione dei rifiuti rimossi. Ha quindi prescritto la presentazione di un piano di indagine, caratterizzazione e rimozione dei rifiuti presenti in località Poderaccio, Via Trecento e di ripristino dello stato dei luoghi ed emanato i successivi atti relativi al procedimento di ripristino ambientale.
Nella fase 1 (accertamenti sui rifiuti) ARPAT ha fornito il supporto tecnico – analitico per la individuazione della tipologia dei rifiuti interrati e si è pronunciata sulle osservazioni, memorie e quesiti presentate dagli interessati ai sensi della L. 241/1990.
Nella fase 2 (piano di indagine ed esecuzione ripristino dello stato dei luoghi) ARPAT ha fornito il supporto istruttorio per l'approvazione dei progetti con richieste di integrazioni e rilascio pareri; ha inoltre vigilato sull'esecuzione delle varie fasi dei piani e progetti approvati con sopralluoghi ed accertamenti tecnici, effettuando infine la validazione dei collaudi degli scavi a seguito della rimozione dei rifiuti, per la verifica della qualità del suolo sottostante.
Il piano di indagine del sito in questione, definito anche in base alle integrazioni richieste da ARPAT, ha in sintesi principalmente previsto:
– l'asportazione e lo smaltimento dei rifiuti interrati rinvenuti nell'area;
– la rimozione, incapsulamento, caratterizzazione analitica e smaltimento dei rifiuti e materiali di riempimento contenenti amianto;
– l'asportazione di almeno 30 cm del terreno sottostante lo strato contaminato e relativo smaltimento;
– l'analisi del fondo scavo e delle pareti per verificare l'eventuale presenza di amianto e/o idrocarburi e/o sostanze inquinanti;
– il completamento dell'indagine per verificare se in altre aree erano presenti materiali/rifiuti interrati di analoga natura mediante sondaggi eseguiti fino alla profondità di 1 o 2 metri dal piano di campagna.
Le operazioni previste nel suddetto piano di indagine approvato dal Comune di Montespertoli con atto del 15/7/2013 prot.n. 14902 sono state eseguite dalla ditta incaricata dai soggetti responsabili alla presenza dei Tecnici di Prevenzione del Dipartimento ARPAT del Circondario Empolese.
Sono state rilevate consistenti quantità di materiale contenente amianto ed altre tipologie di rifiuti ed ipotizzata la possibilità che l'area interessata dall'interramento potesse estendersi oltre la trincea verificata e conseguente rilevata la necessità di eseguire ulteriori sondaggi.
Esito finale
Nel mese di dicembre 2013 sono stati compiuti accertamenti per la verifica delle attività di ripristino del sito. Il sopralluogo è stato effettuato dai Tecnici di Prevenzione del Dipartimento ARPAT del Circondario Empolese congiuntamente alla Polizia Municipale di Montespertoli ed alla presenza dei soggetti interessati. E' stato eseguito un ulteriore sondaggio esplorativo sul terreno adiacente alla zona interessata dal consistente interramento di amianto realizzando una trincea di dimensioni di 6 m di lunghezza, 4 m di profondità ed 1 m di larghezza. Durante l'esecuzione dello scavo sono emersi in profondità strati di materiale di riporto caratterizzati da terreno frammisto a macerie e materiali di natura edile (paline di cemento, pezzi di tubazioni in plastica, sacchi vuoti di materie prima, tavole di legno da armatura, filamenti di cavi elettrici, qualche blocco di cemento e grosse pietre). Non sono stati rinvenuti rifiuti in amianto. Relativamente alle opere di ripristino già eseguite è stata rilevata la presenza dei seguenti materiali da avviare a smaltimento:
– bidoni pieni di acque meteoriche a suo tempo raccolte e rinvenute sui teli di protezione dello scavo della trincea interessata dall'interramento di amianto;- un cumulo di rifiuti costituito da un pneumatico da trattrice agricola, rifiuti di ceramica e porcellana, rifiuti in ferro, in plastica, in legno;
– 2 big bags contenenti rifiuti derivanti dalla cernita del materiale contenente amianto, costituiti da plastica, legno, ecc;
– un cumulo costituito da grossi blocchi di cemento e pietra;
– tutto il terreno derivante della scavo della trincea interessata dall'amianto.
Arpat ha pertanto riferito al Comune per l'adozione dei provvedimenti finalizzati ad imporre ai responsabili il completamento del recupero e smaltimento dei rifiuti interrati ed il ripristino di tutta l'area interessata dall'abbandono. (com)