Questa è la storia del valdarnese Valeriano Falsini, oggi 85enne, a suo tempo unico corridore toscano tra i gregari di Fausto Coppi. Un gregario rimasto sempre fedelissimo e tifoso del suo carismatico capitano. Su questa vicenda, che presenta delicati risvolti umani, episodi sportivi, e circostanze singolari e simpatiche è stato realizzato un film della durata di 120 minuti che viene presentato domani venerdi 24 gennaio in Palazzo Vecchio (ore 13) alla presenza di una folta e qualificata platea. Ne parleranno gli autori cioè Patrizio Bonciani, ideatore del film, con Igor Biddau regista, il giovane attore Riccardo Sati che interpreta la parte di Falsini e gli altri componenti il cast che ha realizzato l’opera. Le scene del film sono state girate in prevalenza nei paesi e nelle campagne del Valdarno Superiore, zona nella quale vive Falsini ed a Castellania cittadina che ha dato i natali a Fausto Coppi.
“Mi chiamava Valerio” è il titolo del film. Un titolo suggerito dalla circostanza che Coppi chiamava questo suo gregario Valerio e non Valeriano cioè con il vero nome. Falsini vive a Matassino di Reggello ed è conosciuto anche come il “pentolaio”, un nomignolo ereditato dal padre che vendeva pentole.
Fino a poco tempo fa Falsini pedalava sempre sulla bicicletta Bianchi che gli era stata regalata da Coppi. Purtroppo, per problemi fisici, non è più in grado di inforcarla. Ma quella bicicletta rimane per lui un oracolo da conservare con amore. Ora quando può sale in sella ad una bicicletta speciale adattata alle sue attuali condizioni fisiche e pedala con passione sulle strade di casa.
Dai tempi in cui era giovane ed oggi, ogni anno il 2 gennaio, giorno della morte di Fausto Coppi, si è sempre recato a Castellania a rendere omaggio alla tomba del suo idolo.
Tra le comparse del film c’è anche Franco Chioccioli, vincitore del Giro d’Italia del 1991 che abita a Pian di Scò quindi di Falsini quasi concittadino. Chioccioli recita il ruolo del direttore sportivo e lo si vede a bordo di una “Balilla” del 1946, mentre impartisce ordini al “suo” corridore Falsini.
Rimane da aggiungere che Falsini fu costretto a lasciare molto presto il ciclismo agonistico per motivi di salute. Pare che siano state le avverse condizioni del tempo – freddo, pioggia, nebbia, vento gelido – che caratterizzarono il Giro della Toscana del 1950, al quale lui partecipò e vinto alla grande da Gino Bartali, a provocargli un’artrosi così brutta da costringerlo a dire addio alle corse.
Franco Calamai
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