Se stamattina c'era il deserto al mercato di San Lorenzo, per la serrata decisa dagli ambulanti per protestare contro la decisione del Comune di Firenze di sfrattare 84 bancarelle entro il 24 gennaio, oggi pomeriggio la protesta ha marciato su Palazzo Vecchio. Ma la conclusione, confermata dall'assessore Biagiotti ai giornalisti, non è stata favorevole per gli ambulanti: "L'ammininistrazione va avanti – dice l'assessora – nessuna trattativa". Muro contro muro dunque, fra ambulanti sempre più decisi a far valere le loro ragioni e Palazzo Vecchio che, forte di cinque ricorsi intentati dagli ambulanti davanti al Tar e vinti dal comune, non demorde nel suo progetto di sgomberare la via per far passare il bussino elettrico, definuito "una priorità".
Una decisione, quella di "sfrattare" gli ambulanti, ancora meno accettata in quanto precorre la decisione del Tar sulla vertenza legale in corso dal 2011. Così, la metà dei banchi sono restati coperti da teli bianchi e da cartelli polemici contro amministrazione e sindaco. Ma nelle prime ore del pomeriggio, gli ambulanti hanno tentato un'azione di presidio e protesta cercando di entrare a Palazzo Vecchio e accedendo al consiglio comunale. Nella reazione dei vigili un ambulante è stato strattonato e è dovuto ricorrere a un'ambulanza. dimesso, dall'ospedale, ha tuttavia ricevuto 5 giorni di prognosi oltre ad aver rimediato una spalla contusa. Intanto, nel corso del consiglio, il consigliere Valdo Spini aveva chiesto all'amministrazione "chiarezza di prospettive " per gli operatori del mercato.
Il problema vero è che al 24 gennaio manca un pugno di giorni, e gli ambulanti di San Lorenzo lo sanno. Dopo tre anni di testa a testa il Comune ha scelto la linea dura dello sfratto, che significa che, volenti o nolenti, gli 84 banchi attorno alla Basilica saranno spostati in Via Panicale e nella zona del Mercato centrale. Allontanarsi di qualche metro, come dicono gli ambulanti da tempo, può significare una perdita di profitto consistente perché la concorrenza tra i venditori si basa non tanto sui prodotti, ma proprio sulla disposizione e sulla vicinanza ai luoghi più turistici.
"Sembra domenica, almeno oggi c'è pace", osserva intanto una residente davanti alla Basilica di San Lorenzo, sprofondata nel cappotto. Un'altra le dà ragione: "Poi non vendono niente, ormai vendono solo sciocchezze per turisti".
Il silenzio ha lasciato spazio a rumori insoliti, di solito coperti dal brusio del mercato, anche se alcuni banchi sono rimasti aperti: sono quelli gestiti da stranieri che affittano a prezzi esorbitanti e non possono permettersi di perdere un giorno di lavoro.
Una scioperante la definisce "una guerra tra poveri", quando si preferisce dividersi piuttosto che fare massa. I fiorentini sembrerebbero essere piuttosto tiepidi verso la loro battaglia: qualcuno a bassa voce confessa di sentirsi offeso, la mattina, quando i banchi sopraggiungono e si assestano e le persone cominciano a brulicare come mosche proprio davanti alla Basilica che era stata dei Medici.
Gli ambulanti sanno una sola cosa, che forse non ce la faranno. Parlano di "Deportazione" e sostengono di essere stati traditi dall'amministrazione: proprio oggi pomeriggio un gruppo ha cercato di entrare alla riunione del consiglio comunale e si è scontrato con i Vigili urbani. Ed è stato proprio in questo tentativo che un ambulante racconta di essere stato sbattuto contro un muro, tant'è vero che è intervenuta l'ambulanza.
Intanto, nei corridoi del Mercato, due negozianti rievocano i tempi passati: indicano i banchi gestiti ancora da fiorentini che si contano sulle dita di una mano. E pensano che questa non somiglia più alla città di una volta.
La situazione si infiamma in corso del consiglio comunale, dove, dopo la relazione dell'assessore Biagiotti, è l'intervento del consigliere Marco Stella ad accendere appalusi e entusiasmo. Intanto, aplausi per la domanda: "Qual'è la priorità per il conisglio comunale, l'occupazione di 84 persone, o il far passare un bussino elettrico?" E circa la fartidica data del 24 gennaio, Stella chiede di mettere al voto la possibilità di iniziare i lavori ma con trasferimenti "a gruppi", vale a dire, con uno spostamento via via "agganciato" alla progressione dei lavori. Insomma, non tutti 84 assieme, ma a rate, seguendo l'andamento dei lavori (che riguardano la ripavimentazione della piazza). Proposta stoppata immediatamente dal presidente del consiglio Eugenio Giani in quanto totalmente irrituale e come tale irricevibile.