A me la Fiorentina di domenica è piaciuta. Intanto è scongiurato lo spettro del calo di forma dopo la sosta, che si vociferava fosse un limite delle squadre allenate da Montella. Tutti i viola appaiono in ottima condizione, forse anche più concentrati per le responsabilità che aumentano col perdurare delle assenze eccellenti e degli esperimenti. Cinque partite senza gol subiti (e grazie anche a Neto!); Roncaglia sugli scudi per una partita attenta e efficace su Cerci; Pizarro tornato ai suoi livelli. E se qualcuno ha storto la bocca per la linea d’attacco schierata da Montella, come al solito assolutamente improduttiva, io dico che quella scelta non era poi così peregrina. L’attacco mimava, nelle caratteristiche dei giocatori, quello della Roma: Ilicic alla Totti e due “ali” a allargare la difesa avversaria e a saltare l’uomo nell’uno contro uno. Sulla carta, si scommetteva sull’esperienza e la naturalezza nell’interpretare quei ruoli da parte di ognuno dei giocatori impiegati; ma si scommetteva anche sugli inserimenti dei centrocampisti e dei difensori, che invece sono mancati, come sempre. Giovedì scorso il gol della Roma alla Samp in Coppa Italia è venuto con Dodo e Torosidis, i due terzini, che si sono presentati soli davanti al portiere avversario al termine di una manovra corale veloce e ficcante. E non è certo un caso, dato che la Roma, che vanta il terzo attacco del campionato (oltre alla miglior difesa), ha Benatia e Florenzi come capocannonieri a cinque reti! Il che significa che si può eccome giocare e vincere senza il grande goleador. Ma nella Fiorentina non tira nessuno, nessuno attacca gli spazi nei tempi giusti per andare a concludere, e in genere le azioni si infrangono contro il muro delle difese opposte; mentre si cerca la finezza, l’uno-due quasi impossibile, o la percussione personale, sempre al termine di manovre estenuanti e raramente veloci. Eppure dalla constatazione di questa realtà si deve partire per decidere chi possa essere inserito a gennaio nel gioco della squadra; perché quelle caratteristiche sembrano al momento irrinunciabili. È grazie a quelle, grazie a un magistrale possesso palla, e a un ritmo partita (basso) sempre imposto, che si è consolidata la fase difensiva, per esempio. E allora bene Anderson, giocatore universale di centrocampo, col passo giusto per dialogare con Borja e Pizarro (anche se temo che non sarà lui a migliorare la media dei tiri in porta); e bene anche per un attaccante “che sa fare gol”, come dice fuori dai denti Montella. Ma un conto è saper fare i gol partendo sul filo del fuorigioco, a concludere azioni rapide di contropiede (Matri), e un conto è sapersi inserire con abilità soprattutto tecniche e fisico agile nella fitta rete di passaggi che sono essenziali al nostro gioco: un Aguero, tanto per capirsi, per chi lo potesse comprare; più realisticamente Di Natale, o Floccari. Forse davvero dovremmo sperare nella capacità di Montella di convincere l’amico Di Natale a finire la carriera in bellezza a Firenze, magari facendogli intravedere qualche prospettiva in più per il Mondiale; oppure, sempre giocando la carta del miraggio di un posto al sole brasiliano, si potrebbe far tornare in prestito Osvaldo, prima punta che non disdegna di giocare anche accanto a un centravanti di ruolo e che potrebbe dunque servire anche da vice-Rossi. Ma in ogni caso, la scelta non può prescindere dal fatto che fra tre, massimo quattro, partite tornerà Gomez. Il che significa rinunciare a nomi come Borriello, e anche come Matri o Pazzini, a meno che non si chieda loro di giocare per un mese e poi di adattarsi…a un’altra panchina! Di Natale, Osvaldo e Floccari sembrano dunque i nomi più papabili, sia per caratteristiche tecniche, sia per la loro rispettiva situazione all’interno della società di appartenenza (Di Natale che dice di giocare il girone di ritorno e poi di attaccare le scarpe al chiodo, Osvaldo che non si è mai inserito bene in Premier League, Floccari che è quasi fuori rosa dopo il rientro di Klose). C’è anche Demba Ba, che potrebbe essere un buon investimento, ma che potrebbe non capire subito il calcio italiano, soprattutto quello di Montella, e potrebbe essere tutt’altro che disinvolto nel ruolo di vice-Gomez. In ogni caso, io torno a dire che non sarebbe un dramma aspettare Mario Gomez con gli attuali attaccanti in rosa, puntando davvero su Borini (un mio pallino) per l’anno prossimo. Mentre invece sarebbe un grosso affare assicurarsi subito un Jorginho (tra l’altro, non sarebbe la prima volta che un centrocampo già forte, ma che diventa ancora più forte, finisce per rendere più forte anche un attacco d’emergenza). Una Fiorentina con questa difesa ora affidabile, e con un centrocampo che con Anderson e Jorginho diventerebbe uno dei migliori d’Europa, può aspettare Pepito e SuperMario anche con Rebic e Ilicic. E se poi arrivasse in prestito Osvaldo o Di Natale…
Alessandro Pagnini
Foto: www.rai.it